Il cantiere di Porta Ovest

Salerno

Porta Ovest, stop ai lavori per le gallerie 

L’amministrazione straordinaria disposta per la Tecnis si estende anche al cantiere salernitano. Operai in cassa integrazione

SALERNO.Si blocca il cantiere di Porta Ovest e non a causa, come successo in passato, di provvedimenti della magistratura. A determinate, questa volta, l’improvviso stop, sono questioni economiche e, in particolare, la crisi finanziaria della Tecnis, la società che sta realizzando i tunnel che dovranno collegare il porto all’autostrada. L’azienda siciliana – tra le più importanti realtà del Mezzogiorno, con un giro d’affari di oltre 700 milioni – stenta ancora a riprendersi dal ciclone giudiziario che l’ha travolta lo scorso anno. Tant’è che è stata attivata la procedura di amministrazione straordinaria, la cosiddetta legge Marzano, prevista per le grandissime imprese insolventi, introdotta nel nostro ordinamento a seguito del crac della Parmalat, con lo scopo di disciplinarne il dissesto e, quindi, d’evitare il fallimento. Amministratore straordinario, con ampissimi poteri, come prevede la normativa, è stato nominato dal ministero il giurista romano Saverio Ruperto, che aveva già rivestito il ruolo di commissario giudiziario, nell’ambito dell’inchiesta della Procura siciliana su presunti legami con la mafia.
Tra le opere appaltate alla Tecnis, anche Porta Ovest rientra tra quelle per le cui è prevista l’amministrazione straordinaria. E, questo, se da un lato consentirà ai circa 25 dipendenti, di ottenere i benefici della cassa integrazione, dall’altro comporterà la paralisi di qualsiasi attività. In pratica i lavori in corso saranno sospesi e non si sa neppure quando verranno ripresi. La notizia è stata comunicata, ieri mattina, nel corso dell’incontro che si è svolto presso la sede dell’Autorità portuale di Salerno (Ente committente), alla presenza, tra gli altri, del commissario straordinario del porto, Francesco Messineo, e del presidente dell’Autorità portuale del Mar Tirreno centrale, Pietro Spirito, e delle organizzazioni sindacali si categoria. Proprio Spirito ha dato ampie garanzie e tenuto a precisare come i contatti con Ruperto, al quale è stato chiesto un incontro per fine luglio, siano continui e costanti. E che sia il ministero competente che la Regione tengano sotto controllo la situazione.
Al di là di qualsiasi altra considerazione, comunque, preoccupa la paralisi lavorativa, in quanto non si sa ancora quando il cantiere potrà tornare in “vita”. Anche perché il presidente dell’Authority del porto, che ha appaltato i lavoti, ha confermato che non compete all’Ente il pagamento degli stipendi arretrati (due mesi del 2016 e altrettanti del 2017) ma alla Tecnis. Quindi, tecnicamente, la società siciliana, una volta incassati, se non tutti, almeno una parte dei crediti in sospeso (solo dalla Pubblica amministrazione deve ricevere, in totale, circa 40 milioni di euro), dovrà provvedere al pagamento dei creditori, saldando i debiti, come nel caso di Salerno, sia nei confronti dei lavoratori che dei fornitori.
Ed è proprio dietro quest’aspetto che si potrebbe celare l’inghippo temuto dai sindacati, in quanto Porta Ovest rientra adesso nel calderone generale delle opere appaltate della Tecnis e, dunque, in un discorso non più localistico ma nazionale, che coinvolge altre opere in tutt’Italia. La preoccupazione maggiore è che l’opera non possa essere completata entro il 2020. «Abbiamo chiesto – spiega Patrizia Spinelli, segretario provinciale della Feneal Uil – un nuovo incontro, per far sì che venga predisposto un crono programma, in modo tale da tenere ben presenti le scadenze, anche per non rischiare di perdere ulteriore tempo e vedere andare in fumo il finanziamento europeo. D’altronde è importante capire quando si riprenderà e, una volta stabilite le priorità, ripartire a pieno regime e con il piede a tavoletta sull’acceleratore, per completare l’opera».
Da un punto di vista tecnico la cassa integrazione entrerà a regime a fine luglio e, dunque, almeno per un mese, la situazione dovrebbe restare ferma al palo. Probabilmente già a settembre potrà essere riconvocato il summit, nella speranza che nel frattempo, da Roma sia stata sbrogliata la matassa, che appare piuttosto intricata.
Gaetano de Stefano
©RIPRODUZIONE RISERVATA