Porta Ovest bloccata dalle assicurazioni 

Impresa e progettisti non hanno presentato le polizze, la mancanza di copertura impedisce la ripresa dei lavori

Mancano le polizze e il cantiere di Porta Ovest non può ripartire. È paradossale la situazione dell’opera che dovrà collegare, attraverso un sistema di gallerie, il porto con l’autostrada, bypassando il viadotto Gatto. Perché stavolta a bloccare la ripresa dei lavori non sono cavilli legali o intoppi burocratici, ma semplicemente una rapporto privatistico tra l’Ati che è subentrata alla Tecnis nel fitto d’azienda e le società di assicurazioni. Senza polizze, infatti, non è possibile riaprire il cantiere e, soprattutto, far tornare in azione operai e macchinari. Salta, perciò, il programma dell’Autorità di sistema portuale, che aveva auspicato la ripresa dei lavori per metà luglio. Difficile, a questo punto, fare previsioni perché, come spiega il segretario generale dell’Authority e responsabile unico del procedimento, Francesco Messineo, «nonostante le continue sollecitazioni, né l’impresa né i progettisti hanno inviato le polizze».
Dunque tutto è fermo al palo ed è arduo ipotizzare una nuova data di ripartenza del cantiere, visto che i problemi sono tra l’azienda e le società assicurative. Nel frattempo, si stanno cercando di risolvere gli altri problemi ereditati. E, in particolar modo, quello relativo allo svincolo di Cernicchiara. È in corso, infatti, un tavolo tecnico con il Comune, la Regione e l’Anas, in quanto manca ancora un progetto approvato. Si stanno vagliando vari particolari costruttivi dello svincolo, sia per i veicoli che arrivando da Fratte dovranno immettersi verso il porto, sia per la gestione di tutti i vari incroci che ci sono per i mezzi che arriveranno dalle gallerie e per il traffico proveniente dall’autostrada. Sul tavolo c’è pure la questione relativa all’interferenza del cantiere con l’autostrada Napoli-Salerno. In questo senso sono in corso interlocuzioni con il ministero competente. Tutti i tasselli del complicato puzzle, dunque, dovrebbero andare al loro posto. E, perciò, c’è la concreta speranza che Porta Ovest possa finalmente essere completata. Del resto l’opera, finanziata con circa 150 milioni di euro dall’Unione europea, oltre ad essere altamente strategica è anche maledettamente dannata, perché in quest’anni è stata al centro dell’attenzione soprattutto della magistratura inquirente, con un’inchiesta per la quale sono stati chiesti 23 rinvii a giudizio. Inoltre si è materializzata pure la crisi della Tecnis, la società siciliana che vinse l’appalto. Impresa che è stata ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria, come previsto dalla legge Marzano.
Le operazioni relative al primo stralcio del primo lotto sono state completate. Nel 2013 è stato dato il via al primo stralcio del secondo lotto. Al 31 agosto risultano scavati 2.948 metri di galleria (circa il 60 per cento del totale di 4. 950 metri previsto in progetto) ed emessi 16 ben stati di avanzamento lavoro, per un importo complessivo 45 milioni r 618 mila euro (circa il 39 per cento dell’importo contrattuale di 115 milioni r 917.428 euro. Adesso devono essere completati i rivestimenti del tratto scavato (“arco rovescio” e “calotta”) sui quattro fronti di scavo.
Al di là degli aspetti tecnici e, in attesa che il cantiere riparta a pieno ritmo, continuano anche le procedure per la vendita del ramo d’azienda, come deciso dall’amministratore straordinario della Tecnis, Saverio Ruperto. Entro fine luglio, difatti, dovrebbe essere pronto il bando di gara.
Gaetano de Stefano
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