«Pontecorvo, sgombero frutto solo di sentenze»

«L’ordinanza di cessazione delle attività è un atto dovuto a seguito dei provvedimenti del Tar e del Consiglio di Stato». Parola della sindaca Cecilia Francese, che all’indomani del diktat comunale...

«L’ordinanza di cessazione delle attività è un atto dovuto a seguito dei provvedimenti del Tar e del Consiglio di Stato». Parola della sindaca Cecilia Francese, che all’indomani del diktat comunale di sgombero dei capannoni, notificato alla Soge srl di Giuseppe Pontecorvo e alle altre sette ragioni sociali che avevano le attività nell’opificio di viale Europa, ci tiene a puntualizzare che non c’è stata alcuna segnalazione della prima cittadina, né dell’assessore alle attività produttive, Francesca Napoli. «I dirigenti - spiegano le due - non fanno ordinanze su indicazione della sindaca o dell’assessore». Francese e Napoli ci tengono dunque a ribadire che il dispositivo per la cessazione delle attività, che è stato firmato dal dirigente alle attività produttive Giuliano Caso e dal numero uno dell’area urbanistica Carmine Salerno, è un provvedimento che non è passato attraverso di loro: gli alti funzionari di Palazzo di Città, dunque, hanno predisposto l’ordinanza di cessazione immediata delle attività soltanto dando esecuzione a quanto era stato stabilito dai giudici del Tar prima e del Consiglio di Stato poi, che avevano respinto le istanze cautelari avanzate in appello dall’imprenditore battipagliese, riguardanti i frazionamenti e gli insediamenti effettuati senza il beneplacito del Consorzio Asi. (c. l.)