L'AGGUATO

Pontecagnano Faiano, like pagato con il sangue: scene da Gomorra

L’obiettivo: vendicare un “mi piace” per una ragazza

PONTECAGNANO FAIANO - Arrivare in una piazza con mazze da baseball, in ferro e in leggo, un coltello per regolamentare i conti su un sospetto like per una ragazza è roba da scene da Gomorra. Tutto avviene in un vicolo buio di Pontecagnano, dietro la chiesa del Santo Corpo di Cristo la sera del 7 agosto scorso. Quelle in cui stava per perdere la vita un ragazzo di 21 anni di Pontecagnano, intervenuto in soccorso di un amico. A terra, sanguinante, c’è un giovane che grida: « Frà, me stai accerenn ». Gli hanno sferrato delle coltellate ai glutei e una alla coscia sinistra che gli ha reciso la femorale. La ricostruzione dei minuti di follia dei testimoni sono agghiaccianti: un gruppo di giovani se le suona di sante ragioni usando le “piroccole” (le mazze da baseball). Il ferito è in shock emorragico e una ragazza urla più degli altri: «sta murenn …chiamate un’ambulanza ». Lo caricano su di un’auto di passaggio, ma poi viene trasbordato sull’ambulanza del 118.« Fate prersto se no vi accoltelliamo pure a voi» gridano all’indirizzo dei soccorritori del 118. Poi le indagini tra «palesi reticenze» come scrive il giup Pellegrino e le difficoltà seguite alle fasi dei drammatici soccorsi. Ii carabinieri della compagnia di Battipaglia, diretta dal maggiore Vitantonio Sisto , hanno dato esecuzione a quattro misure cautelari.

Si tratta dei passeggeri che erano a bordo della Smart Fortwo e usciti di casa armati di mazze per aggredire un giovane di 21 anni. Agli arresti domiciliari è finito Anthony Esposito , mentre è stato applicato il divieto di dimora in provincia di Salerno agli altri indagati: Felice Ciaparrone , 19 anni, Maurizio Avagliano , 21 anni, e Francesco Ruggiero , 22 anni, per concorso in rissa nonché del porto ingiustificato di mazze da baseball e di un coltello. Quanto stava accadendo in piazza Risorgimento quella sera di agosto richiama anche molta gente sui balconi. Le telefonate ai numeri di emergenza si sprecano. Come i racconti dell’accaduto. C’è il 21enne che urla ad un amico di portarlo via dal vicolo buio perché non voleva morire lì. Per i carabinieri non sarà facile ricostruire la dinamica dei fatti. Si scontreranno con un muro di omertà. Le indagini, invece, rivelano un quadro inquietante e il banale movente della spedizione che stava per chiudersi in tragedia. Tutto per alcuni “like” ad alcune foto postate dalla giovane su Facebook. « Tu hai fatto ‘o scemo con la mia ragazza», grida l’aggressore mentre punisce a colpi di bastone l’avversario in amore. Eppure quell’incontro era stato organizzato per un “chiarimento”. La stessa ragazza contesa, escussa dai carabinieri, avrebbe detto al suo ex prima della rissa: « Se vuoi parlarci, parlaci e basta, ma non fare tarantelle» . Invece è scattata la rissa, accesa dopo uno scambio di sguardi di minacce dalle auto. «Anthony che mi hai combinato » riuscì a dire la vittima mentre era pallido in volto e quasi svenuto. Solo quando il giovane ferito era incapace di una minima reazione, Esposito – secondo la ricostruzione - diede ordine ai suoi “padrini” di allontanarsi.

Esposito è la persona identificata anche dal personale del 118 che li aveva minacciati al grido di fare presto «se no accoltelliamo pure a voi». Al centro della rissa che ha sfiorato la tragedia, c’è una ragazza e la sua reputazione che, ad avviso dell’ex fidanzato, era stata messa in discussione per i comportamenti della vittima sui social. Quindi l’agguato che avveniva in un vicolo buio, proprio come nelle pellicole d’azione. Solo che questa volta non era il set cinematografico. Anche l’emorragia che stava per uccidere il giovane ridotto in fin di vita pestato a sangue e ferito alla coscia. Lunedì, intanto, in tribunale si terrà l’interrogatorio di garanzia di Esposito, l’unico ai domiciliari.

Massimiliano Lanzotto