Pontecagnano al voto sceglie il futuro 

Ultimo atto della sfida tra Lanzara e Pastore per il dopo Sica: tra veleni e sospetti si attende il responso delle urne

PONTECAGNANO. È il giorno del faccia a faccia. Giuseppe Lanzara e Francesco Pastore, dopo una campagna elettorale infinita, sono uno di fronte all’altro e si contendono, nel segreto delle cabine elettorali, la leadership di Pontecagnano Faiano. A decidere saranno gli elettori, che dovranno scegliere chi tra i due sarà il sindaco della città per la prossima legislatura, succedendo ad Ernesto Sica, che ha già annunciato che, dopo tanti anni, non siederà più in Consiglio comunale.
Il ballottaggio tra Lanzara e Pastore è anche la sfida tra centrosinistra e centrodestra. Entrambe le coalizioni, infatti, hanno puntato deciso su Pontecagnano e, dunque, la partita va anche al di là della semplice supremazia cittadina. Il Partito democratico, infatti, uscito con le ossa rotte dalle elezioni politiche, si gioca una carta importante. Perdere di nuovo avrebbe ripercussioni anche a livello provinciale. Tant’è che si è deciso un approccio low profile, senza un coinvolgimento diretto dei big democrat locali. Diversa, invece, la strategia del centrodestra unito, che invece ha fatto sfilare tutti i parlamentari, con la ciliegina finale della vicepresidente della Camera, Mara Carfagna. Addirittura era stato annunciato il colpo a sorpresa: la presenza del neo ministro dell’interno, Matteo Salvini. Una visita che, però, è saltata all’ultimo minuto.
La campagna elettorale, tuttavia, ha portato in dote anche polemiche e veleni. Soprattutto gli ultimi giorni sono stati caratterizzati da pesanti scambi d’accuse. E finanche dal sospetto di una compravendita di voti. A far saltare il banco o, meglio, a scatenare il valzer dei dubbi è stato l’apparentamento tra Pastore e Angelo Mazza, leader di Movimento libero, che al primo turno si era presentato autonomamente. Un accordo che ha fatto sì che si lasciasse la strada del politically correct, per intraprendere la via della bagarre. Dapprima Lanzara ha segnalato notizie false circolanti attraverso messaggi privati, quindi Pastore il raid vandalico in una delle sue sedi. Infine Lanzara ha chiesto, attraverso una nota inviata alla Procura, alla Prefettura, alle Forze dell’ordine e al segretario generale del Comune di Pontecagnano, controlli più severi nei seggi per impedire, come prevede la normativa vigente, l’introduzione in cabina elettorale di smartphone o macchine fotografiche. È stato addirittura sollevato il pericolo concreto di compravendita di voti, attraverso “denari e favori”. La tensione, dunque, si taglia a fette e tutti i riflettori sono puntati sia sulle operazioni di voto che sugli scrutini.
Al primo turno ha votato il 71,86 per cento degli aventi diritto. Lanzara al ballottaggio parte con una “dote” di 7334 preferenze, pari al 48,5 per cento e per soli 242 voti non ha staccato direttamente il pass per lo scranno più alto di Palazzo di Città, senza aver bisogno dei tempi supplementari. Pastore, invece, può contare su 5640 voti (37,3 per cento), a cui però, al secondo turno, devono essere aggiunti i 1232 voti di Mazza (8,1 per cento) per un totale di 6872. Un conteggio puramente teorico, in quanto al ballottaggio può cambiare tutto. Ma, comunque, anche con la somma dei voti di Mazza, Pastore resta sempre in svantaggio rispetto a Lanzara.
Gaetano de Stefano
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