LA PROPOSTA 

«Polverificio Borbonico una sede per la Polizia» 

Aria di novità per il Polverificio Borbonico, complesso monumentale sul fiume Sarno, che comprende anche la cappella di Santa Barbara. Francesco Carotenuto, rappresentante di “Scafati Arancione”...

Aria di novità per il Polverificio Borbonico, complesso monumentale sul fiume Sarno, che comprende anche la cappella di Santa Barbara. Francesco Carotenuto, rappresentante di “Scafati Arancione” lancia la proposta: un commissariato di Polizia di Stato e una nuova sede del Centro per l’impiego nei locali dello storico palazzo, dove un tempo i Borbone lavoravano la polvere da sparo, oggi sede di mostre di artisti contemporanei, manifestazioni ed eventi culturali.
«Il luogo simbolo della città deve tornare a vivere - ha sottolineato Carotenuto - spero che la Prefettura di Salerno, la Regione Campania e la Soprintendenza di Pompei, anche grazie alla mediazione della Commissione straordinaria, possano trovare una soluzione e destinare alcuni dei locali della struttura a due temi attualmente cari agli scafatesi: lavoro e sicurezza. Potremmo risolvere in breve tempo due delle criticità che più attanagliano il territorio, basterebbe solo del buon senso per farlo».
Le proposte di Carotenuto sono sostenute da valide motivazioni: le non eccellenti condizioni in cui verserebbe il centro dell’impiego di via Terze e l’opportunità di un commissariato di Polizia in città: «Sarebbe un deterrente contro quella microcriminalità che sta stringendo la città di Scafati in una morsa», ha concluso Carotenuto.
Il Polverificio è il simbolo della cultura cittadina e da tempo gli appassionati di arte scafatesi ritengono sia necessario investire in quel luogo, promettente sia per gli spazi che offre sia per la storia che rappresenta. Nel corso di quest’anno più volte è girata voce che alcuni volontari del servizio civile, impiegati nel progetto “Dalla Polvere all’arte”, potessero essere destinati al Polverificio. Nulla di concreto però si è verificato, a circa due mesi di distanza dalla fine dell’anno di servizio, nessun volontario ha cambiato destinazione.
Ilaria Cotarella
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