Politici e funzionari in silenzio davanti al gip 

San Mauro Cilento, solo l’assessore Di Maria nega ogni addebito. Oggi tocca anche al sindaco Pisacane

SAN MAURO CILENTO. Hanno preso il via ieri mattina, dinanzi al gip del tribunale di Vallo della Lucania, gli interrogatori di garanzia dei nove arrestati al Comune di San Mauro Cilento.
A una settimana esatta dal blitz dei carabinieri che portò all’arresto del sindaco Carlo Pisacane, di due assessori, di due consiglieri e vari funzionari, sono iniziati gli interrogatori. A sfilare dinanzi al gip Sergio Marotta ieri è toccato al vice sindaco Fernando Marrocco, all’assessore Angelo Di Maria, al consigliere comunale Fabrizio Cusatis, al segretario comunale Claudio Auricchio, al responsabile della Ragioneria Angelo Cilento e all’imprenditore Alfonso Palmieri. Quasi tutti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, il solo a negare qualsiasi responsabilità in merito ai fatti contestati è stato l’assessore Angelo Di Maria.
Questa mattina invece toccherà al sindaco Carlo Pisacane, al consigliere comunale Pasqualino Volpe e al responsabile dell’ufficio tecnico Franco Volpe. Sono tutti accusati, a vario titolo, di corruzione, concussione, abuso d’atti d’ufficio, falsità ideologica, gare d’appalto con procedure per l’affidamento truccate. Sotto la lente degli inquirenti l’affidamento del servizio di trasporto scolastico, il servizio di raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani, l’acquisto di una macchina “puliscispiagge”, l’affidamento del servizio di ludoteca comunale e la nomina ed assunzione di un tecnico.
Le indagini, dirette dal capitano Mennato Malgieri e dal maresciallo Lorenzo Brogna, presero il via nel 2014 a seguito di una denuncia presentata ai carabinieri da Annamaria Martucci, presidente della cooperativa locale “La Coccinella”.
La donna aveva denunciato ai militari, di aver subito pressioni da parte del sindaco e del responsabile dell’ufficio tecnico per rinunciare al servizio di trasporto scolastico comunale, già in precedenza affidato alla sua cooperativa “per favorire una ditta diversa a cui l’incarico venne successivamente assegnato mediante una illecita procedura di affidamento diretto”.
Successivamente le indagini dei carabinieri sono state estese anche ad altri settori dell’Ente “consentendo di svelare un quadro di gestione familistico-clientelare della cosa pubblica”. In particolare sono emerse gravi illegittimità anche per l’affidamento del servizio di raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani, per l’acquisto di una macchina “puliscispiagge”, per l’affidamento del servizio di ludoteca comunale e per la nomina ed assunzione di un tecnico.
Vincenzo Rubano
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