Politici al corteo, ben 5 candidati a sindaco

Presenti alla mobilitazione per solidarizzare con i manifestanti e per assumere impegni

SALERNO. La politica c’è. A raccogliere l’appello del comitato “Salute e Vita” lanciato pochi giorni prima del corteo, sono arrivati diversi candidati a Palazzo di Città nella prossima tornata elettorale del 5 giugno. E quindi, senza striscioni – ma con qualche bigliettino pronto in tasca – ecco sfilare per le vie del centro i vari Gianpaolo Lambiase, Roberto Celano, Dante Santoro, Gianluigi Cassandra e Giuseppe Amodio. «Due anni fa, da presidente dell’Asi esordisce Cassandra - individuai l’area degli ex Fonditori a Sardone, frazione di Giffoni Valle Piana. La politica deve fare la sua parte, salvaguardando il diritto alla salute e poi quello del lavoro. L’azienda deve rispettare tutte le normative per salvare un’impresa che è patrimonio del nostro territorio. Se Ernesto Sica offre questa disponibilità a Pontecagnano, ben venga ma la sospensione è obbligatoria se non si rispettano le leggi». «Questo deve essere un momento di solidarietà per le persone che si sentono raggirate dalla vecchia politica da anni – accusa Santoro – Delocalizzazione riproposta sempre sotto le scadenze elettorali e sempre dagli stessi. Tanti di loro non sono più credibili. La politica non ha mai voluto davvero delocalizzarle. Spero nelle giovani generazioni, nei miei coetanei, che sono quelli che non si sono assuefatti a certe dinamiche che appartengono alla politica del passato, da rimuovere e demolire. Chi poteva e non ha fatto deve andarsene a casa». «È evidente che bisogna accelerare sulla delocalizzazione – continua Celano – Serve oggi rimediare alle scelte scellerate del passato ed evitare che in altre zone industriali si continuino a costruire centri commerciali ed abitazioni». «La mia opinione è semplice: chi inquina deve chiudere – sentenzia invece Amodio– Spero sia la proprietà a fornire una soluzione e che il buonsenso prevalga. Devono ammorbidire i toni, ridiventare amici della città e chiedere poi un aiuto alla collettività, tenendo presente la difficoltà nel ricevere aiuti di Stato». «La salute va sempre messa al primo posto – conclude il candidato di Salerno di tutti, Lambiase – Ma la delocalizzazione serve per preservare i posti di lavoro a rischio. Se però l’Arpac dice che quella fabbrica inquina, un sindaco ha la responsabilità di chiuderla subito. Poi capire come risolvere le criticità». (e.d’a.)

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