Politica e clan, decine di indagati

Sant’Egidio: si allarga l’inchiesta dell’Antimafia che vede coinvolti camorristi e amministratori

SANT’EGIDIO.

Sarebbero una decina gli indagati nell’inchiesta antimafia che coinvolge politici e malavitosi: dopo l’iscrizione nel registro degli indagati del sindaco e ormai ex assessore provinciale Nunzio Carpentieri e del consigliere comunale Vincenzo Sorrentino, altri personaggi sono al centro dell’attività investigativa della procura distrettuale di Salerno.

I due politici sono finiti nella delicata inchiesta subito dopo le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Alfonso Greco in riferimento all’affare parcheggi. A dare il primo impulso ai magistrati Dda fu la deposizione di Alfonso Greco, figlio e reggente di Vincenzo Greco, “o’zombie”, rimasto al vertice del clan durante la detenzione del padre. Il giovane Greco fu l’ultimo dei cinque pentiti chiamati a testimoniare dall’accusa durante il processo Linea d’ombra. Gli eredi del clan già guidato da Luigi Iannaco, “O’ zi maisto”, avevano costituito una cosca ribattezzata dagli inquirenti clan Greco-Sorrentino, secondo la procura in grado di controllare e infiltrare le attività politiche amministrative. Alfonso Greco nello specifico riferì di un incontro avuto con il sindaco Carpentieri e il suo assessore Vincenzo Sorrentino per il servizio parcheggi, parlando di un accordo praticamente già delineato, da definire nei dettagli ma in sostanza chiuso. Secondo Greco l’idea partì dal suo “compariello” di Pagani, Michele Petrosino D’Auria, figlio del boss Gioacchino, vicino alla politica pdl paganese, amico di Alberico Gambino e suggeritore dell’attività da gestire, esattamente come avvenuto a Pagani, con l’interessamento del clan Fezza-Petrosino D’Auria.

Il giovane Greco riferì in videoconferenza dei suoi stretti rapporti con agli amminstratori di Sant’Egidio, indicando circostanze precise con i nomi di Carpentieri e Sorrentino.

«Andai dall’assessore Vincenzo Sorrentino – rispose testualmente Greco al Pm Montemurro, che coordina l’indagine - parlammo col sindaco Nunzio Carpentieri. Io e mio padre lo conosciamo da una vita, gli diamo del tu, e quello disse che quando i parcheggi erano pronti non c’erano problemi». L’affare parcheggi non andò in porto. Carpentieri, già sentito in un primo colloquio dai carabinieri, presentatosi spontaneamente dopo il clamore dell’inchiesta alla tenenza di Pagani, ha chiesto un ulteriore interrogatorio col pm per chiarire altri aspetti della sua delicata posizione.

Ma il lavoro della procura antimafia, avviato da tempo e consolidato dalle dichiarazioni di Greco, non si è fermato al contenuto della deposizione. Diversi riscontri incrociati avrebbero individuato precise responsabilità e ulteriori posizioni nel mirino della procura, con l’ipotesi di reato di scambio politico mafioso. Alfonso Greco spiegò che Carpentieri conosceva bene la sua famiglia, con rapporti diretti. «Gli dissiche mi servivano i parcheggi. Feci così anche riguardo l’appalto per una scuola». I primi riferimenti alla politica di Sant’Egidio li fece Vincenzo Greco, parlando di Carpentieri eRoberto Marraz zo.

(a. t. g.)

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