Politica e clan al Comune Consiglieri sotto torchio

Scafati: la commissione di accesso sta ascoltando politici e tecnici dell’Ente Quasi certa la proroga del mandato all’organismo di controllo per altri tre mesi

SCAFATI. Consiglieri comunali, dirigenti: i componenti della commissione di accesso al Comune stanno lavorando da circa due mesi e hanno già raccolto importanti testimonianze e dichiarazioni su quanto accaduto nell’ultimo quinquennio al Comune.

Ore e ore di interrogatori per alcuni politici che nel riserbo della Caserma dei carabinieri rilasciano dichiarazioni, messe a verbale, sulle questioni più importanti sulle quali si stanno appuntando le indagini dei tre delegati dal prefetto di Salerno, Salvatore Malfi. Politici che si sono dati la “consegna” del silenzio sulle questioni più scottanti sollevate dal viceprefetto Vincenzo Amendola e dai suoi colleghi, Giuseppe Rocco, del provveditorato alle opere pubbliche e il maggiore dei carabinieri, Carmine Apicella.

Vicende note, già al centro di battaglie politiche, vengono analizzate con cura dai tre commissari che – vista la mole dei dati acquisiti – probabilmente chiederanno una proroga di altri tre mesi alla scadenza di giugno.

La Commissione sta facendo un lavoro a tappeto: appalti di opere pubbliche, consulenze, contributi alle associazioni, appalti di servizi sono stati passati al setaccio per verificare infiltrazioni della criminalità organizzata nell’organizzazione dell’amministrazione pubblica.

Procedono di pari passo e speditamente altre due inchieste: quella del pm Vincenzo Montemurro che vede indagati, ufficialmente, il sindaco Angelo Pasqualino Aliberti e la moglie e consigliere regionale Monica Paolino, il fratello del primo cittadino, Nello Aliberti, con la segretaria comunale Immacolata Di Saia e il factotum Giovanni Cozzolino per scambio di voto politico mafioso e associazione per delinquere.

Questa inchiesta si lega, indissolubilmente, a quella curata dal pm Giancarlo Russo e scaturita dalle rivelazioni di Alfonsino Loreto. Proprio per verificare le dichiarazioni del giovane pentito in questi mesi sono stati ascoltati numerosi importanti imprenditori scafatesi.

Di loro ha parlato Alfonsino Loreto, vittime di estorsioni, ma anche a conoscenza di fatti ed episodi che in qualche caso si sono intrecciati a quelli dell’amministrazione comunale, retta dal sindaco Pasquale Aliberti. Un lavoro intenso, su più fronti, che sta impegnando i carabinieri del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore, insieme a quelli del comando provinciale di Salerno, da settembre scorso.

La Dda salernitana sta restringendo il cerchio su diversi aspetti dell’infiltrazione della criminalità organizzata a Scafati, da quella tipicamente mafiosa a quella dei colletti bianchi o degli eccellenti.

Un’indagine che coinvolge più aspetti della vita della città. Le dichiarazioni di Alfonso Loreto, alleato con il clan Ridosso, pare abbiano dato vigore alle indagini già in corso anche perché il figlio di Pasqualino, conosce molti particolari ed episodi della vita pubblica e camorristica di Scafati.

Molti degli imprenditori sentiti non hanno potuto far altro che confermare quanto veniva chiesto loro, in merito a pagamenti di tangenti e vaari favori.

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