IL PROCESSO

Politica e clan a Pontecagnano, Anastasio a giudizio 

L’ex consigliere comunale affronterà il processo con Mogavero e altri sette imputati

PONTECAGNANO FAIANO. Sarà processato Antonio Anastasio. Ieri pomeriggio il giudice dell’udienza preliminare Stefano Berni Canani ha firmato il decreto di rinvio a giudizio per l’ex consigliere comunale di Pontecagnano e altri otto imputati coinvolti nell’inchiesta Perseo su un giro di estorsioni e un intreccio tra politica e camorra che avrebbe mirato a far cadere la giunta del sindaco Ernesto Sica. Il processo inizierà a ottobre e il Comune si è già costituito parte civile tramite l’avvocato Angela Cisale, che rappresenterà anche l’associazione antiusura e antiracket “Emergenza legalità”. Anastasio, che in passato ha ricoperto gli incarichi di consigliere e assessore provinciale, è accusato dei reati di violenza privata e attentato ai diritti politici, entrambi aggravati dal metodo mafioso. Sarebbe stato lui, secondo la ricostruzione del sostituto procuratore Marco Colamonici, a contattare il capo clan Francesco Mogavero perché convincesse il consigliere di maggioranza Luigi Bellino a non votare il bilancio, di fatto sfiduciando l’amministrazione e spianando la strada a elezioni anticipate in cui Anastasio si sarebbe candidato a sindaco con l’appoggio della camorra. Lui ha sempre negato, smentendo di puntare alla fascia tricolore e provando a spiegare con l’interessamento per una patente di guida i dialoghi con Mogavero intercettati dai carabinieri. Il quadro indiziario ha però trovato nuove conferme nelle dichiarazioni dell’ex boss Sabino De Maio, che di recente ha iniziato a collaborare con la giustizia e ha riferito agli inquirenti di alcune confidenze ricevute dal politico nel periodo di detenzione in carcere. «Anastasio ha detto che aveva concordato questa cosa con Ciccio Mogavero – ha dichiarato De Maio – Solo che Mogavero non era stato in grado di svolgerla in modo corretto (...) Cioè lui diceva che Bellino Luigi non doveva essere avvicinato in quel modo come lui aveva fatto (...) ma doveva essere prelevato dalla sua abitazione il giorno del consiglio e portato in qualche luogo. Nel momento della sua assenza, che non si presentava al consiglio, la riunione che dovevano fare, cadeva l’amministrazione». Confidenze che Anastasio smentisce in maniera categorica, ma che costituiranno parte del quadro probatorio che i difensori Antonio Boffa e Giuseppe Della Monica proveranno a smontare nel corso del processo.
Al momento l’ex consigliere è sottoposto al divieto di dimora in Campania, confermato pochi giorni fa dal Riesame. Oltre a lui sono stati rinviati a giudizio ieri, nell’ambito della ricostruzione di attività criminali, Enrico Bisogni di Montecorvino Pugliano, Vincenzo Campanile di Salerno, Cira Iodice di Portici, Carlo Della Corte di Pontecagnano, Emanuele Sessa di Campagna, Francesco Altieri di Eboli, Francesco Sessa di Campagna e Antonino Madonna di Campagna. Si discuteranno invece il 19 ottobre il patteggiamento di Marcello Perrotta di Salerno (che risponde solo di un finanziamento regionale per l’impianto di biomassa di San Mango Piemonte) e gli abbreviati di Sergio Bisogni di Montecorvino Pugliano, Francesco Mogavero di Pontecagnano, Maurizio De Martino di Pontecagnano, Sergio Rainone di Mercato San Severino, Domenico Vacchiano jr di Pontecagnano, Gioacchino Verderame di Pontecagnano, Antonio Fella di Salerno, Vincenzo Ciccone di Battipaglia, Vincenzo Caiafa di Campagna e Teresa Scalea di Pontecagnano (moglie di Francesco Mogavero).
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