Pochi medici all’igiene mentale

L’organico si è ridotto a soli tre dottori che devono fronteggiare un territorio vasto e le emergenze

L’Unità operativa servizio mentale, che la sede all’ingresso della città, nella prima rotatoria di San Giovanni, è rimasta ormai con soli tre dottori, rispetto ai sette che rappresentavano l’organico iniziale. L’ulteriore riduzione è stata presa da pochi giorni, annunciata in una nota dal direttore dell’area centro, Walter Di Munzio, con la riduzione dello straordinario che permetteva ad altre tre unità provenienti da Oliveto Citra di operare nella struttura ebolitana.

Una situazione insostenibile: i dottori che sono rimasti in servizio devono occuparsi di un’utenza che abbraccia i comuni di Eboli, Serre, Sicignano degli Alburni, Campagna, Postiglione ed Altavilla Silentina, con relativo ambulatorio, emergenza territorio e day hospital. I pazienti ebolitani quotidiani sono circa una quarantina, che hanno bisogno di assistenza e devono essere costantemente tenuti sotto osservazione. Pazienti che sono rimasti grazie all’intervento del già consigliere comunale Mario Trevisant, dottore dell’Uosm, che ha acquistato il carrello che permetteva di svolgere cure ambulatoriali e di day hospital. La situazione da allora è anche “peggiorata”. Se c’è un’emergenza mentre si svolgono le visite di routine, ad esempio, uno dei tre medici deve intervenire e sopperire all’emergenza lasciando quindi scoperto l’ambulatorio.

I medici ovviamente non riescono più a seguire i pazienti quotidiani, che hanno necessità di visite accurate prima di essere sottoposti alle terapie. Occorrerebbero almeno altri cinque professionisti per aiutare quelli che lavorano ogni giorno nella struttura, che di questo passo potrebbe essere addirittura soppressa.Senza trascurare il fatto che anche gli infermieri che operano nella struttura devono farsi in quattro per venire incontro alle esigenze dei medici.

Un altro disagio si verifica in caso di reperibilità, ossia di una chiamata notturna con il dottore che deve essere reperibile. È accaduto appena due giorni fa, quando un paziente è stato trasportato da Altavilla Silentina al “Maria Santissima Addolorata” di Eboli e di lì a al “San Francesco” di Oliveto Citra. A quel punto - erano oramai le tre di notte - venne allertato il sanitario reperibile dell’Uosm di Eboli che dovette recarsi ad Oliveto Citra per prendere in cura il paziente. Se ci fosse stata la struttura operativa ad Eboli, si sarebbero risparmiati tutti i trasferimenti ed anche economicamente ci sarebbe stato un notevole risparmio.

La decisione di aumentare almeno di cinque unità mediche la struttura di Eboli dipende solo dai vertici sanitari e dal direttore dsm area centro, che potrebbe sbloccare la situazione dando ascolto alle richieste dei tanti pazienti che afferiscono alla struttura ebolitana, che potrebbe così far fronte nel modo migliore alle emergenze sul territorio. In caso contrario, si rischia la chiusura, come del resto si ventila da più parti, perché la mole di lavoro aumenta e le unità lavorative sono diminuite.

Antonio Elia

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