dopo gli allagamenti/il dissesto

«Poca manutenzione, territori a rischio costante»

Il geologo Pappalardo: Pagani tra le città più esposte perché i sistemi di smaltimento sono antiquati

Allagamenti, smottamenti, scuole inagibili. La prima pioggia autunnale ha generato il panico in tutto l’Agro. Ogni anno i danni diventano più ingenti e le situazioni ingestibili.

Pagani è tra le città più a rischio. Quando si presentano piogge corpose la città annaspa nell’acqua e alcuni quartieri sono interessati da vere e proprie fiumare di fango. Ma perché? Bisogna partire da un dato: i canali dove l’acqua piovana dovrebbe scorrere sono stati cementificati. Gli antichi alvei di via Sorvello, via Pagliarone, via Amalfitana e via Tramontana sono oggi strade che con il maltempo si trasformano in fiumi che da monte trasportano acqua e detriti. Del resto era questa la loro antica funzione: condurre il flusso nell’attuale vasca Pignataro, secondo il sistema di smaltimento creato dai Borbone. Dopo secoli però non è stato creato un sistema alternativo e Pagani poggia ancora sul vecchio e inefficiente impianto, nonostante conti una densità abitativa molto alta.

Colpa anche della poca attenzione della politica. I Piani Regolatori sono stati adeguati tardi, dopo la frana di Sarno del ’98, e hanno permesso una cementificazione selvaggia che ha creato non pochi problemi. Ad illustrare queste criticità è il geologo Alfonso Pappalardo: «La scarsa attenzione e la non spendibilità politica degli interventi di manutenzione possono mettere a rischio il territorio». Nel 2000, di concerto con l’amministrazione comunale, Pappalardo pianificò interventi strutturali sul rischio idrogeologico. Con alcuni colleghi mise a punto un progetto per rimodernare e ottimizzare il sistema di smaltimento delle acque. «Un progetto lungimirante - spiega - che prevedeva lo smaltimento diviso in due zone: a monte e a valle».

Per la parte a monte è previsto che l'acqua percorra i vecchi canali con una velocità depotenziata da due piccole vasche di laminazione. Il flusso d'acqua dovrebbe giungere così a valle in vasca Pignataro, per poi proseguire verso il fiume Sarno tramite un sicuro sistema idrico. Tale progetto però è tuttora in alto mare. Nonostante sia stato approvato nel 2007, risulta ad oggi costruita soltanto la parte in pianura. Un errore: «La zona pedemontana è quella con più rischi» spiega Pappalardo, che lancia un appello: «Non si può escludere un rischio per Pagani. Evitiamo di fare solo interventi straordinari: completiamo il progetto. E intanto facciamo la manutenzione ordinaria».

Ma l’ordinario non si vede. E non porta voti.

Federico Esposito

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