L'emergenza

Poca acqua, chiuse le fontane storiche 

Il Consac bloccherà da fine mese gli sbocchi pubblici nei 50 comuni cilentani. Non si potranno innaffiare aiuole e giardini

VALLO DELLA LUCANIA. Si fa sempre più critica la situazione nel Cilento per la carenza idrica. La siccità del periodo autunnale-invernale ha portato un notevole calo dei livelli delle sorgenti e questo preoccupa, in chiave estiva, i gestori del servizio, che cercano di correre ai ripari. In particolare, Consac gestioni idriche con sede a Vallo della Lucania ha diramato un avviso nel quale rende noto che, «per conseguire il risparmio della risorsa idropotabile, la cui disponibilità risulta limitata per effetto delle portare sorgentizie, nei prossimi giorni (presumibilmente a fine giugno) gli operatori provvederanno a chiudere gli sbocchi idrici di alimentazione dei fontanili pubblici, delle fontane ornamentali e degli impianti di irrigazione delle aiuole pubbliche presenti nei centri abitati nell'area Cilento».
Per garantire comunque una presenza minima di fontanini sarà lasciato attivo un unico sbocco per ogni centro abitato, in posizione centrale. Quindi stop alla fontana dei Quattro leoni a Vallo così come alle altre fontane ornamentali presenti nei diversi comuni, interni e costieri serviti dal gestore vallese. Non sarà possibile, per i comuni, neppure innaffiare le aiuole: operazione questa che dovrà essere compiuta con altri mezzi, magari autobotti, con acqua rigorosamente non potabile.
Asis, che gestisce invece circa 90 comuni tra il Cilento e altre aree del Salernitano, provincia compresa, non ritiene di attuare tali accorgimenti che «dovrebbero essere eventualmente decisi dai sindaci, tramite apposite ordinanze». Per il momento cerca, così come Consac, Ausino e Salerno Sistemi di giungere ad una soluzione condivisa. Tramite l’Ato di Salerno è stato chiesto un incontro in Prefettura: lo scopo è quello di far proclamare lo stato di calamità. Questo favorirebbe una serie di accorgimenti, quali l’abbassamento della soglia del minimo deflusso vitale per i fiumi, e alcune interdizioni d’uso per la risorsa idrica potabile che verrebbe destinata, prioritariamente, all’uso umano.
Se questo non dovesse accadere è molto probabile che quella che si appresta ad arrivare sarà una estate caldissima, dai tratti roventi. Questo perché le risorse, già limitate, potrebbero costringere a continui blocchi nell’erogazione proprio a cavallo dei mesi di luglio e agosto, quando le presenze turistiche, specie nei comuni costieri, schizzano verso l’alto. Asis consiglia di «procurarsi, per chi non avesse ancora provveduto, un serbatoio per avere una riserva idrica domestica, da usare nei momenti in cui la risorsa idrica verrà a mancare». Al momento si pensa che le interruzioni potrebbero verificarsi «solo nelle ore notturne» ma non è detto che se la situazione dovesse peggiorare, tali tagli non si verifichino anche di giorno.
Ci si appella al senso civico, le raccomandazioni dei gestori sono quelle di usare l’acqua potabile solo per il consumo umano. Quindi nessun uso per inaffiare giardini, lavare auto e simili.
Andrea Passaro
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