ECONOMIA & LAVORO

Plastic tax, nuovo rinvio «Ma bisogna cancellarla»

Rinaldi (Confindustria): «Balzello ingiusto, ricerca e occupazione a rischio»

SALERNO - Slitta di altri sei mesi la plastic tax, la tassa del valore fisso di 0,45 centesimi di euro per ogni chilo di prodotti di plastica monouso venduto che, una volta in vigore, graverà, principalmente sull’azienda produttrice, sull’eventuale importatore di prodotti e, ovviamente, sull’acquirente. Il Governo, difatti, ha deciso di posticipare la nuova imposta, che entrerà in vigore il primo gennaio 2022 e non più il primo luglio di quest’anno. Il rinvio, si legge nella relazione illustrativa del Decreto sostegni bis, viene stabilito dall’esecutivo Draghi “in considerazione delle contingenti e difficili condizioni in cui versano i settori economici, che sarebbero gravati dall’imposta, in connessione al protrarsi dell’emergenza epidemiologica da Covid-19». Una proroga che, naturalmente, viene accolta favorevolmente anche a Salerno, dove sono presenti, tra produttori diretti ed indiretti, circa 250 aziende, che occupano oltre 5000 lavoratori, producendo ricavi che superano il miliardo di euro. E che l’Università degli Studi di Salerno – Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche, definisce “formato da imprese nuove, con spiccata attitudine all’innovazione e alta propensione agli investimenti”. «Possiamo solo esprimere soddisfazione per il rinvio della plastic tax – evidenzia Giuseppe Rinaldi, presidente del gruppo Chimica, Gomma, Plastica di Confindustria Salerno – che in questo momento sarebbe stato un enorme danno per il nostro settore».

Lo spettro plastic tax. L’obiettivo, tuttavia, è quello di far scomparire del tutto la nuova tassa. «L’auspicio – rimarca Rinaldi - è che la plastic tax venga completamente abolita ed al più presto. Sarebbe un inutile balzello che peserebbe sulle nostre aziende e sull’intero indotto ». Perché, a detta di Rinaldi, aggiungerebbe ulteriori costi e, in concreto, tarperebbe le ali allo sviluppo e all’occupazione. «C’è il rischio concreto, nel caso in cui la tassa dovesse entrare in vigore – puntualizza - che si perdano posti di lavoro e che non s’investa più in ricerca e sviluppo. E sarebbe un grosso danno, perché in nostro settore nel Salernitano è tecnologicamente all’avanguardia, tant’è che riusciamo a centrare tutti gli obiettivi di riciclo stabiliti dall’Unione europea. Avremo, in buona sostanza, delle grosse difficoltà e se il fine ultimo è quello di disincentivare la produzione di plastica, si darà un duro colpo anche all’occupazione. Tant’è che a Salerno già un’azienda ha deciso di chiudere, proprio in vista della nuova imposta, che avrebbe reso non più competitiva la sua produzione».

L’allarme concorrenza sleale. Secondo Rinaldi, inoltre, i problemi che creerà la plastic tax saranno superiori ai benefici. «Comporterà notevoli problemi – spiega - sia sotto l’aspetto finanziario che economico, rendendo anche meno competitive le aziende del nostro territorio». E questo in quanto favorirà «le aziende estere – precisa Rinaldi – soprattutto lì dove i controlli saranno inferiori ». Anche perché, come mette in risalto il presidente del gruppo Chimica, Gomma, Plastica di Confindustria Salerno «sui polimeri non è possibile individuare la percentuale di riciclo immessa all’interno » e pertanto «la verifica è puramente documentale, nel senso che ci si dovrà fidare delle dichiarazioni dei produttori ». Pertanto «i materiali che arriveranno da alcune nazione potrebbero avere certificazioni non rispondenti al vero ».

Le strade alternative. Meglio, dunque, perseguire strade alternative, se lo scopo è quello di diminuire l’inquinamento. «La plastic tax – sottolinea Rinaldi - nasce principalmente per combattere l’inquinamento marino. Ma noi crediamo che non servirà a risolvere il problema. Perché l’inquinamento è dovuto sì alla cattiva gestione del cosiddetto “fine vita” della plastica ma soprattutto alle cattive abitudini delle persone. La soluzione dovrebbe essere, dunque, d’informare correttamente la popolazione sui danni all’ambiente che provoca l’abbandono indiscriminato dei rifiuti e d’inculcare la cultura del riciclo. La tassa, invece, non farà altro che favorire la sostituzione della plastica con altri materiali, generando ulteriori problemi». Gaetano de Stefano