Pizzo nel Casertano Sei ordini di custodia

Anche il boss Michele Zagaria, capo di una fazione del clan dei Casalesi, è stato raggiunto in carcere da provvedimento restrittivo

Sei esponenti di spicco della fazione Zagaria del clan dei Casalesi, tra cui lo stesso boss Michele Zagaria, sono stati raggiunti in carcere da un’ordinanza di custodia cautelare per i reati di estorsione e tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. L’indagine, effettuata dai carabinieri della compagnia di Casal di Principe con il coordinamento della DDA di Napoli, ha permesso di ricostruire un giro di estorsioni ai danni di imprenditori del Casertano in un periodo compreso tra il 2005 e il 2012 posta in essere da elementi del clan facente capo all’ex primula rossa dei Casalesi; in particolare è emerso che Michele Zagaria, arrestato il 7 dicembre 2011 in un bunker di un’abitazione di Casapesenna dopo 15 anni di latitanza, era il mandante delle richieste di pizzo; ogni operatore economico avrebbe pagato in media una somma annua dai 5mila ai 20mila euro. Caso limite quello di un imprenditore costretto nell’arco degli otto anni presi in considerazione dalle indagini a sborsare una cifra totale di 180mila euro. Le indagini sono partite a gennaio 2013 dopo l’arresto di Carmine Schiavone, 30enne figlio del boss Francesco Sandokan Schiavone, posto a capo dell’intero cartello camorrista dopo le catture di Antonio Iovine e Michele Zagaria; con i capiclan e decine di affiliati in cella c’è stata una maggiore collaborazione da parte degli imprenditori vittime di estorsione, circostanza che ha reso più rapida ed efficace l’azione degli investigatori. Tutti già detenuti gli indagati raggiunti dai provvedimenti, ovvero Giovanni Garofalo (40 anni), Michele Fontana detto «puzzill» (42 anni), l’omonimo Michele Fontana soprannominato «o sceriffo» (43 anni), Massimiliano Caterino (44 anni) e Lucio Fontana (43 anni).