AMBIENTE & SVILUPPO

“Pisano”, un altro passo verso Buccino

Il Consorzio Asi ha affidato alla società salernitana il lotto all’interno dell’area industriale del centro della Valle del Sele

BUCCINO - La società Fonderie Pisano & C. spa, di proprietà della famiglia Pisano, titolari dello stabilimento di via Irno, nel quartiere Fratte di Salerno, si è aggiudicata il lotto industriale numero 22 di proprietà dell’Asi dove un tempo era allocata la “Metalli e Derivati”, all’interno della zona industriale di Buccino. L’aggiudicazione è avvenuta con l’apertura dell’unica offerta in busta chiusa pervenuta al Consorzio per la zona industriale di Buccino e relativa al bando di gara emanato dall’Asi nel giugno del 2018 e rimasto sospeso per oltre un anno, a causa di un contenzioso davanti ai giudici del Tar promosso dalle Fonderie Pisano e da altre nove aziende contro l’Amministrazione comunale di Buccino: Icep, Industria Calce Casertana, Magaldi Power, Ceramiche Vietri Antico, Bi-Quem specialties, Maco International, Bibo Italia, Curatela Fallimentare Etitalia e Stampatex, Buoneco. Si tratta di industrie non agroalimentari operanti nel territorio volceiano che avevano chiesto l’annullamento della modifica di variante al Puc che aveva trasformato la zona industriale in distretto industriale agroalimentare e artigianale, alzando le barricate contro la delocalizzazione delle Fonderie.

Il Comune di Buccino infatti, per bloccare l’insediamento dello stabilimento dell’industria salernitana e la realizzazione di un impianto di lavorazione aerobica di 113mila tonnellate di rifiuti da parte della società Buoneco di proprietà dell’imprenditore sarnese Gaetano Buonaiuto, nella zona industriala di Buccino, nel 2018 aveva deciso di approvare una variante al Piano Urbanistico della zona industriale, trasformando l’area in un distretto industriale agroalimentare. Una variante al Puc finita al centro della lunga querelle giudiziaria ancora in corso, che però, ha visto il piano di delocalizzazione delle fonderie Pisano a Buccino, subire temporaneamente un arresto, in attesa della decisione finale dei giudici. Le aziende non agroalimentari infatti, avevano fatto ricorso contro la variante al Puc davanti al Tar che qualche mese fa ha dato ragione alle industrie. Esito che ora potrebbe essere ribaltato dai giudici del Consiglio di Stato dove il Comune ha presentato ricorso per chiedere l’annullamento della sentenza del Tar.

Mariateresa Conte

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