la polemica

Pisano “inciampa” negli ascensori

Il parlamentare salernitano dei 5 Stelle ha fatto pressing per la tassa. «Conflitto di interessi? Questa cosa mi fa solo ridere»

SALERNO. Nel Movimento 5 Stelle, dilaniato da voci su correnti interne, risse tra parlamentari e pressioni sugli attivisti per raggiungere il quorum sulla proposta di modifica del “Non Statuto”, adesso cade anche la tegola del conflitto di interessi di un suo parlamentare, il salernitano Girolamo Pisano. Fosse successo in altri partiti, avremmo già trovato qualche post acchiappaclick di Beppe Grillo del tipo: “Incredibile conflitto di interessi! Un deputato del Pd (o Pdmenoelle) vuole mettere una nuova tassa per favorire la sua azienda, clicca qui”, per scoprire poi sul blog di cosa si tratta.

E invece no, questa volta, il post non ci sarà. Anzi, probabilmente si dovrà vedere come affrontare la situazione. Il fatto è questo: l’11 ottobre in commissione Attività produttive alla Camera vengono ascoltati i vertici dell’Inail. All’ordine del giorno la normativa che riguarda gli ascensori e la cosiddetta “tassa sugli ascensori”, prima proposta e poi ritirata dal Governo in seguito alle proteste delle associazioni di categoria, in primis Confedilizia. Si tratta, in pratica di un decreto del presidente della Repubblica, approntato dal ministero dello Sviluppo economico, che prevede che per gli ascensori già in servizio «e conformi alle norme vigenti a tale data», una verifica di ulteriori requisiti minimi di sicurezza, facendo così salire a due le verifiche obbligatorie per legge.

Una “mazzata” per milioni di famiglie «che – come ha denunciato Confedilizia – annullerebbe in un colpo solo gli effetti dell’abolizione della Tasi sull’abitazione principale». Una manna dal cielo per le società che gli ascensori li costruiscono e, nella quasi totalità dei casi, si occupano anche della manutenzione obbligatoria. Al momento la legge prevede un controllo obbligatorio ogni sei mesi. Se passasse invece questo provvedimento, i controlli passerebbero a due. E a beneficiarne sarebbero, ovviamente, le aziende del settore. Come quella della famiglia di Girolamo Pisano, la Pisano Ascensori. Che prima di entrare in Parlamento il deputato grillino lavorasse per l’azienda di famiglia era noto a tutti e neanche lui lo ha mai nascosto, basta andare sul suo profilo Facebook.

Il problema sorge però quando, in quella seduta dell’11 ottobre Pisano (che non ne fa parte ma è infatti membro di quella sulle Finanze, ndr) va alla riunione e si mette di traverso e cerca in tutti i modi di far dire al dirigente dell’Inail che serve maggiore sicurezza sugli impianti, anche quelli più tecnologici, giustificando in questo modo l’introduzione del nuovo balzello. Come racconta un articolo de Il Foglio, di due giorni fa, alla fine il dirigente dell’Inail, stranito da tanta insistenza, ha di fatto passato la palla al Governo limitandosi a dire che «il livello di sicurezza è già stabilito da una norma, spetta al legislatore decidere quali nuovi interventi apportare, non penso che possiamo dirlo noi».

«Conflitto di interessi perché mi preoccupo di quello che conosco? In Parlamento – si è difeso Pisano – ogni parlamentare può svolgere attività in qualsiasi commissione anche se non ne è membro. Il conflitto di interessi – ha spiegato – non esiste per le cariche politiche ma solo per quelle amministrative, perché possono decidere su appalti e spese. La tassa sull’ascensore – ha poi attaccato – è una trovata mediatica di Confedilizia e dei giornalisti marchettari. Ora – ha concluso – continuo a ridere del mio nuovo conflitto d'interessi».

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