Pioggia di ricorsi contro Salerno pulita

Dipendente ottiene il superminimo: toccherà anche ad altri. A settembre nel mirino i contratti

Tempo di rivendicazioni per i lavoratori di Salerno pulita che chiedono il riconoscimento di una serie di diritti. Per il momento hanno già incassato una prima vittoria. Un lavoratore ha visto riconosciuto dal giudice il diritto a ricevere il superminimo che Salerno pulita non gli aveva mai versato. In pratica si tratta di un’indennità, pari a circa novanta euro al mese, di cui godono alcuni lavoratori a seguito di contrattazione individuale. Tuttavia la stessa non è mai stata versata. Così un dipendente, tramite il sindacato Csa, ha deciso di rivolgersi all’avvocato per vedersi riconosciuto quanto gli spetta. E l’avvocato Gaetano Colonnese dello studio legale Manzione, è riuscito ad averla vinta.

Inoltre, sulla scorta di quanto stabilito dal giudice, ora il superminimo dovrà essere versato a tutti i lavoratori dell’azienda che lo prevedono nel loro contratto. Così i vertici di Salerno pulita sono stati costretti a convocare tutti i dipendenti interessati (poco più di una decina) per metterli al corrente di quanto accaduto. A settembre è prevista una nuova riunione per arrivare a una transazione. I soldi che spettano a ogni lavoratore sono diversi a seconda dell’anzianità di servizio, ma la media è di poco più di cinquemila euro.

Senza dubbio un grattacapo a cui se ne sta per aggiungere un altro. «Per il mese di settembre – spiega Colonnese – siamo intenzionati a depositare un ricorso contro Salerno pulita perché i lavoratori sono inquadrati con due contratti nazionali differenti, di cui uno più svantaggioso dell’altro. Vogliamo che il giudice stabilisca se è legittimo che un’azienda adotti due tipi di contratto differenti e soprattutto quale sia quello entro cui inquadrare tutti». In effetti, nella municipalizzata ci sono circa 130 lavoratori che hanno il contratto Multiservizi (principalmente quelli che svolgono pulizie negli uffici comunali e nei tribunali) e altri che hanno il contratto Fice-Federambiente. La decisione di ricorrere al giudice per ottenere una risposta, deriva dal fatto che le varie diffide inviate all’azienda non hanno mai ricevuto risposta. Adesso, finalmente ci sarà un chiarimento.

Infine i sindacati stanno per sollevare un’altra questione, quella relativa alla compagine dei vertici. Oltre all’amministratore unico Barbato, infatti, nella partecipata lavora un direttore tecnico Giuseppe Beluto e un direttore amministrativo, Luisa Iannone (quest’ultima con un contratto di collaborazione). Per i rappresentanti sindacali c’è necessità di un unico direttore generale con adeguate competenze.

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