Pinza lasciata nell’addome Processo per tre medici

Nicoletta Ontano, di Rovella, morì al “Ruggi” sette mesi dopo l’intervento Rinviati a giudizio i sanitari del reparto Chirurgia che l’avevano operata

Saranno processati i tre medici del “Ruggi” accusati di aver provocato la morte di Nicoletta Ontano lasciandole una pinza dell’addome dopo un intervento chirurgico. Il giudice dell’udienza preliminare Emiliana Ascoli ha accolto la richiesta del pubblico ministero Elena Cosentino e rinviato a giudizio i medici C.N., G.D.C e L.N., tutti in forza al reparto di chirurgia generale di Salerno. C’erano loro, nel luglio del 2012, nella sala operatoria dove la 86enne di Montecorvino Rovella fu operata per un tumore all’intestino. Sette mesi dopo, nel febbraio del 2013, la donna tornò in ospedale con dolori lancinanti al ventre e gli accertamenti diagnostici verificarono la presenza di un corpo estraneo. Non ci fu tempo di rioperarla, la paziente morì a ventiquattr’ore dal ricovero, mentre i sanitari attendevano che i valori clinici si stabilizzassero per programmare, dopo due giorni, un nuovo intervento chirurgico. L’inchiesta scattò subito, con l’iscrizione sul registro degli indagati di quattro chirurghi, un anestesista e due infermiere. Per quattro posizioni, però, il sostituto procuratore Cosentino ha chiesto l’archiviazione. Sebbene anche per loro il procedimento giudiziario non possa ancora dirsi concluso, perché la parte civile (gli avvocati Antonio Ferrari e Bruno Napoli, che rappresentano le figlie della signora) hanno fatto ricorso in Cassazione per la mancata notifica delle archiviazioni. La Suprema Corte deciderà il 6 giugno e se il ricorso sarà accolto spetterà poi ai legali valutare su quali archiviazioni presentare opposizione.

Di certo, nel processo che inizierà a settembre e che dovrà verificare il nesso causale tra la morte della donna e la condotta dei medici, c’è che nel suo addome era stata lasciata una pinza chirurgica lunga ventidue centimetri. Il medico legale che eseguì l’autopsia l’ha trovata tra le anse intestinali, pochi centimetri al di sopra dell’inguine. Una klemmer emostatica curva, di quelle utilizzate in genere per serrare un vaso sanguigno. L’accertamento autoptico ha rivelato che l’ansa intestinale era stata “strozzata” dall’occhiello della pinza e questo avrebbe impedito il passaggio del sangue innescando una conseguente sofferenza multiorgano. Quando il 15 febbraio dello scorso anno l’anziana arrivò al Pronto soccorso le sue condizioni erano già drammatiche. Quel corpo estraneo, che i controlli dei mesi precedenti non avevano evidenziato, emerse con evidenza dalla Tac. «L’unica soluzione era un nuovo intervento chirurgico» ma il medico legale Giuseppe Vacchiano nella sua perizia. Ma Nicoletta Ontano non ne ebbe il tempo. (c.d.m.)

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