Pignorata la canonica di don Marcello

Campagna, il Comune perde una causa per espropri. I proprietari si rivalgono sull’importante immobile di S. Maria la Nova

CAMPAGNA. Il Comune perde la causa per un esproprio effettuato diversi anni fa e la comunità di Campagna rischia ora di perdere la Canonica della parrocchia di Santa Maria La Nova. La notizia, trapelata in queste ore da Palazzo di Città, ha suscitato subito la dura reazione dei residenti che su Facebook ed altri social network lancia strali di indignazione nei confronti dell’Amministrazione guidata dal sindaco Biagio Luongo.

I consiglieri dell’opposizione - il capogruppo Roberto Monaco, insieme a Amedeo Giordano, Bruno Filella, Antonino D’Ambrosio, Massimino Caloia, Enrico Tommasiello - hanno chiesto la convocazione di un Consiglio Comunale monotematico. «È una situazione grottesca - dicono dal’opposizione - perché il Comune non ha nemmeno un registro aggiornato del patrimonio dell’ Ente. La Canonica di Santa Maria La Nova, infatti, non risultava nel patrimonio di Palazzo di Città (mentre risultava catastalmente di proprietà dell’ Ente)».

La querelle nasce dalla decisione dei giudici del Tribunale di Salerno che, sia in primo grado sia in secondo grado, hanno riconosciuto legittimo il credito che i cittadini Falcone-Amodio vantavano nei confronti del Comune, dando così il via al pignoramento della Casa Canonica che ospita don Marcello Stanzione, angeologo di fama mondiale. L’ intera vicenda ha origine dalla decisione del Comune di espropriare dei beni di proprietà Falcone/Amodio, con una indennità ritenuta non congrua e contro la quale gli stessi si opposero, avendo poi ragione sia nel primo sia nel secondo grado di giudizio. «Abbiamo chiesto la convocazione con urgenza del Consiglio – dice Monaco - perché la situazione è grave e occorre attivarsi in qualsiasi direzione per evitare che la Casa Canonica sia messa all’ asta (secondo indiscrezioni già nei primi giorni di febbraio, ndr). Il Comune di deve onorare i suoi debiti (anche se, nel frattempo, ha prodotto ricorso in Cassazione) o arrivare ad una transazione che tuteli l’ Ente ma anche la Chiesa di Santa Maria la Nova». «È assurdo - conclude il capogruppo di opposizione - che per costruire piazzettine ci siano i soldi e per onorare i propri debiti non ve ne siano. Bisogna trovare una soluzione che ridia serenità all’intera comunità di Santa Maria La Nova».

Vitina Maioriello

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