Salerno

Pienone alla villa comunale per la Mostra della Minerva

La calca non scoraggia i visitatori: «Altrove non sarebbe così suggestivo». Oggi l’ultima giornata della rassegna dedicata al mondo delle piante e dei fiori

SALERNO. Che anche quest’anno la Mostra della Minerva stia riscuotendo un grande successo di visitatori si intuisce già attraversando le strade del centro storico e del Lungomare, dove è frequente imbattersi in un insolito numero di persone cariche di buste dalle quali spuntando fiori e foglie. E la conferma si ottiene quando si arriva in Villa comunale, affollata di cittadini e turisti sin dalle prime ore della mattina e del pomeriggio. Ma allora, verrebbe da domandarsi, per accogliere una tale folla di amanti delle piante o semplici curiosi non sarebbe meglio cercare uno spazio della città più ampio, come potrebbe essere il parco del Mercatello o il Lungomare? «Assolutamente no – risponde la signora Olimpia Cuomo – questo evento è nato qui e deve rimanere in questo posto: un giardino con un’atmosfera che altrove sarebbe irripetibile. Perderebbe di originalità. Non diventerebbe altro che un banale mercato di fiori». Stesse considerazioni di Francesca Colicigno e Daniela De Pascale: «Un trasferimento farebbe perdere a questa mostra il suo fascino e la sua poesia. Siamo nel cuore di Salerno in un luogo raccolto e unico, sul Lungomare non diventerebbe altro che una sequenza di bancarelle tristi. Già hanno rovinato lo spirito del Crocifisso, se spostassero anche la Mostra della Minerva noi la boicotteremmo».

Un’idea alternativa arriva da Mauro Buccheri, che immagina come luogo altrettanto suggestivo il parco Pinocchio. «Sarebbe più adatto per consentire di parcheggiare in maniera più agevole – considera – ma non così suggestivo. Inoltre qui c’è ombra, lì invece no e, forse non sarebbe così accogliente». Per Simone De Rosa, invece, «sarebbe ipotizzabile sdoppiare la mostra tra la Villa comunale e la vicina piazza Alario, creando, così un percorso più lungo, magari tematico». Piuttosto che far traslocare la mostra, invece, Luciana Pisano propone di prolungare i giorni dell’esposizione: «Magari – dice – potrebbero essere utilizzati due fine settimana piuttosto che uno soltanto, oppure immaginare di allungare l’evento per un’intera settimana». L’attuale location non va messa in discussione nemmeno per Rossella Bonifacio: «Sul Lungomare – sostiene – perderebbe tutto il fascino di natura nella natura. Qui si sposa perfettamente con l’ambiente, non immagino una posizione migliore se non questa». Una piccola apertura arriva da Marinella Gammella, che pensa possibile come alternativa il parco Mercatello, ma subito arriva Natale Genovese, l’amico che l’accompagna, a rimproverarla: «Non sarebbe la stessa cosa, ti sbagli e pazienza se c’è da fare un po’ di fila. Spostare la manifestazione significherebbe snaturarla».

Anche i visitatori che arrivano da fuori città sono tutti concordi. «Ogni anno vengo apposta da Avellino – racconta Anna Ghiandolo – non immagino un posto migliore di questo, così raccolto e immerso nel verde». Così anche le signore Anna De Rosa e Adele Avallone: «Arriviamo da Vietri e per tutto l’anno aspettiamo questo appuntamento non solo per comprare ma anche per imparare e rilassarci in un luogo lontano dal caos quotidiano. Questo è il posto ideale, magari si potrebbero ampliare gli spazi utilizzati arrivando sino alla piazza laterale al teatro Verdi, ma non altrove. La Mostra della Minerva è nata qui e qui deve restare».

Le considerazioni dei visitatori sono condivise anche dagli espositori. «Ogni fiera ha un perfetto equilibrio tra venditori e compratori. In un posto più grande questo equilibrio si dissolverebbe, credo che sarebbe la fine e non si farebbe altro che dare spazio ai non specialisti facendo scadere la qualità dei prodotti», considera Stefano Magi del vivaio “Le rose di Firenze”. Stesso punto di vista quello espresso da Claudio Camarra, argentino di origini e romano di adozione, presente fin dalla prima edizione con le sue Tillansie: «Per le nostre aziende di nicchia spostarci sarebbe la morte. Arriverebbero produttori che importano e pompano le piante. Tutto si omologherebbe e la qualità non potrebbe che scadere. Non c’è un contesto migliore di questo».

Oggi ultima giornata della manifestazione, sia in mattinata che nel pomeriggio.

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