Picchiò un finanziere, a processo 

Lo aggredì a pugni in strada accusandolo di aver fornito ai carabinieri informazioni sul suo conto

Al via il prossimo 11 luglio al Tribunale di Nocera Inferiore il processo per l’aggressione al finanziere consumata a Sarno lo scorso gennaio: il sarnese Carmine Ingenito, 49 anni, sarà giudicato con rito immediato per l’accusa di lesioni gravi, dopo l’accoglimento della richiesta presentata dalla Procura nocerina. L’uomo è chiamato a rispondere dell’aggressione ai danni di A. R., responsabile, secondo Ingenito, di aver fornito ai carabinieri informazioni sul suo conto.
Secondo il quadro investigativo, A. R. fu atteso al varco sotto l’abitazione della ex coniuge, dove si stava recando per accompagnare i figli. Ingenito lo affrontò subito senza mezze misure: «Mi hai mandato quei pezzi di m . . . come te, dei carabinieri a casa», minacciò l’imputato subito, almeno stando alla versione dei fatti resa dalla vittima.
Tutto accadde nel gennaio scorso, quando Ingenito consumò la sua vendetta, come contestato dall’accusa, mentre la vittima si recava a casa dall’ex moglie per accompagnare le figlie. D’improvviso, A. R. si accorse della presenza di Ingenito: era a bordo di una Fiat Punto parcheggiata, in compagnia di un’altra persona, in attesa del momento del suo arrivo per annunciargli le sue intenzioni. Quando lo vide, prima gli disse con fare minaccioso e in dialetto «Ci vediamo con calma»; poi invece, all’improvviso, mentre A. R: si allontanava, gli saltò addosso sferrandogli un primo pugno diretto alla tempia. «A causa del colpo finii a terra – raccontò la vittima nella denuncia ai carabinieri, ripercorrendo le botte subite - poi fui immobilizzato e picchiato alla testa con dei pugni». L’aggredito finì in stato di stordimento, confuso dai colpi subiti. In quel momento, stando alla versione dei fatti dell’aggredito, intervennero la sua ex moglie e l’uomo che accompagnava Ingenito per provare a fermare l’aggressione. Una volta concluso il pestaggio, il finanziere aggredito provò a chiamare i soccorsi, ma venne invitato a non farlo dai presenti. Poi Ingenito avrebbe infine mimato il gesto di una pistola per completare la sua intimidazione.
Per questa vicenda Ingenito, difeso di fiducia dagli avvocati Antonio D’Angelo ed Emanuele Esposito era finito agli arresti domiciliari: il pm che coordinava l’attività investigativa, Roberto Lenza, dopo la conclusione della fase delle indagini preliminari, aveva presentato al Gip la richiesta di processo con la formula del giudizio immediato nei suoi confronti, istanza accolta dal gip con la fissazione del processo davanti al Tribunale monocratico presieduto dal giudice Anna Allegro. Ingenito, accusato di lesioni gravi oltre il quarantesimo giorno riportate dalla vittima come da referto, dovrà ora difendersi al processo.
Alfonso T. Guerritore
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