IL DOSSIER

“Piazze”, boss e droga: ecco i nuovi padroni di Salerno

Due blitz e un centinaio di arresti hanno rivoluzionato la geografia dei clan

SALERNO - Un centinaio di arresti negli ultimi tempi, Salerno evidenzia il lato più oscuro, quella di una città dove la diffusione degli stupefacenti è elevata. A causa del Covid 19, molte delle operazioni della magistratura sono state differite, concentrandosi tutti in poche settimane, contribuendo a rendere più visibile il fenomeno spaccio. Una realtà allarmante che emerge incrociando i dati di quattro inchieste dei carabinieri e della polizia, che hanno sgominato nell’ordine il gruppo di Ciro Persico, quello di Raffaele Iavarone, quello degli Acernesi e dei loro alleati salernitani e quello delle forniture di eroina tra Salerno e la Basilicata. Indagini che seguono altre che avevano interessato in particolare la zona di Calcedonia e Rione Petrosino o singoli arresti e denunce durante e dopo il lockdown.

Una quantità enorme di assuntori di droghe, Basti pensare che in due mesi di intercettazioni, la polizia scoprì 50mila contatti di una sola organizzazione. Ad impressionare, però, è la suddivisione della città in aree di spaccio, spesso con referenti delle varie associazioni. Uno spaccio marcato Salerno, spesso volante ossia con incontri occasionali tra pusher e tossicodipendenti, per strada, tra la gente, senza che nessuno se ne accorga. Diffuse pure le consegne a domicilio di “roba” ordinata tramite whastapp o telegram. Una domanda di droga che consente a diverse organizzazioni di vivere bene, condividendo anche gli stessi spazi, tant’è che una vera e propria guerra non c’è stata, tranne l’omicidio Ciro D’Onofrio (2017), tre gambizzazioni e due pestaggi.

Salvatore De Napoli

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