SANITA'

Piano regionale ospedali, ecco numeri e progetti per il Salernitano

Sapri diventa spoke nella rete cardiologica. Il “San Luca” di Vallo della Lucania si specializza nelle emergenze gastroenteriche

SAPRI. Il rimodulato piano regionale di programmazione della rete ospedaliera, che prevede per Sapri e Polla il mantenimento dei punti nascite ed il Dea di I livello, è stato approvato e firmato dal commissario ad acta De Luca e, dunque, è già in vigore. A mettere la parola fine alla querelle sarà, in ogni modo, il parere del comitato ministeriale punti nascite; ma il tutto dovrebbe rappresentare una pura formalità. L’unica novità sostanziale per gli ospedali “Curto” e “Immacolata” riguarda la riduzione dei posti letto a 10 ciascuno in ostetricia e ginecologia, che diventano unità semplici e non hanno più il primario. Il mantenimento dei punti nascite nei due plessi con l’inizio del nuovo anno era stato, comunque, garantito dall’intervento del commissario dell’Asl, Mario Iervolino, il quale ha concesso una sorta di deroga di emergenza.
Il nuovo piano identifica Polla come Dea di I livello, spoke per ictus cerebrale e per l’emergenza cardiologica, nonché pronto soccorso per la rete trauma e spoke 1 nelle emergenze pediatriche; inoltre è programmato un servizio di oncologia in regime ambulatoriale. Il plesso di Sant’Arsenio, che dipende dal “Curto”, diventa struttura territoriale ed ospita un ospedale di comunità. Sapri, invece, oltre a Dea di I livello, costituisce spoke nella rete cardiologica e pronto soccorso per la rete trauma, oltre ad essere spoke 1 nelle emergenze pediatriche.
Il “San Luca” di Vallo della Lucania (326 posti letto) è Dea di I livello, punto spoke della rete ictus, hub nella rete cardiologica, spoke II nella rete delle emergenze pediatriche, oltre che centro trauma di zona nella rete traumatologica, spoke nelle emergenze gastroenteriche e spoke nella rete del dolore.
Analizzando ora, reparto per reparto, i posti letto di Polla-Sant’Arsenio e Sapri, il “Curto” ne avrà 177: 10 in cardiologia, 14 in chirurgia, 14 in geriatria, 18 in medicina generale, 6 in nefrologia, 8 in neurologia, 4 in oculistica, 16 in ortopedia, 10 in ostetricia-ginecologia, 4 in otorinolaringoiatria, 10 in pediatria, 4 in psichiatria, 8 in urologia, 8 in terapia intensiva, 6 in unità coronarica nell’ambito della cardiologia, 4 in gastroenterologia, 8 in pneumologia e 25 in recupero e riabilitazione funzionale. L’“Immacolata”, invece, scenderà a 120: 10 in cardiologia, 14 in chirurgia generale, 20 in medicina generale, 10 in neurologia, 18 in ortopedia, 10 in ostetricia-ginecologia, 8 in pediatria, 4 in terapia intensiva, 6 in unità coronarica nell’ambito della cardiologia e 20 per i lungodegenti.
Vito Sansone
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