«Più assistenza e aiuti per mio figlio Nicola»

L’appello della madre di un ragazzo diversamente abile ebolitano: «Lotto per il suo diritto alla vita»

«Sono la mamma di Nicola, un ragazzo diversamente abile di 29 anni, separata, completamente sola ad affrontare la battaglia per ottenere una maggiore assistenza per mio figlio». Una vita ad accudire il figlio disabile dalla nascita, un figlio che ama tantissimo, ma da un anno l'unico aiuto che la donna ha sono «3 ore giornaliere due volte la settimana di un assistente sociale». Silvana Ricciardi racconta la sua storia, ha fretta di tornare a casa per preparare il pranzo al suo Nicola che sta per rientrare dal Centro di Altavilla Silentina. Chiede ai servizi sociali di potenziare le ore di assistenza a suo figlio, o di accoglierlo in un centro ad hoc. «Giorni fa quando per l'ennesima volta ho contattato le assistenti sociali in merito, mi è stato detto che nonostante l’Asl avesse disposto un’assistenza di cinque giorni a settimana, Nicola poteva essere seguito solo per due giorni a causa dei tagli dalla Regione». Il suo è un disperato appello. «Lotto per ciò che ritengo un diritto - spiega - per usufruire di centri, di operatori, di tutto ciò che possa aiutare a migliorare la quotidianeità di mio figlio, la sua vita». Racconta che anni fa Nicola era stato per qualche tempo in un centro di assistenza in Toscana dove ha persino imparato ad andare a cavallo: «ho chiesto più volte che mio figlio fosse inserito all’Elaion – continua Silvana – ma le richieste sono troppe. Così faccio la spola tra l’Asl i servizi sociali. È ridotta allo stremo la mamma di Nicola che vive della pensione di accompagnamento, poco, troppo poco: «Vorrei che fossero rispettate le indicazioni dell’Asl sulle ore di assistenza a mio figlio – chiede Silvana - ma spero soprattutto che si aprano le porte di quel centro». Il grido disperato di una mamma per un figlio, come tanti altri, che non riceve la giusta assistenza. Un appello che arriva all’indomani della richiesta del presidente dell’Elaion, De Vita, di ottimizzare le risorse della Regione per dare servizi di qualità ai disabili. Silvana e De Vita non si conoscono ma da fronti diversi lanciano lo stesso sos: «L’importante è che si metta al centro del servizio la persona disabile, senza “se” e senza “ma”.

Angelica Tafuri