Petrillo si difende, muti gli altri due

Interrogati i tre ragazzi ebolitani accusati di violenza sessuale su una donna di Campagna nel centro storico

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, due degli arrestati per lo stupro nel centro storico. Si tratta di Vito Petrillo, 19 anni, e Fioravante Dolce, 21, difesi dall’avvocato Fausto Vecchio, che si affidano ora al tribunale del Riesame. Si è difeso, invece, Cristian Petrillo, 19 anni, difeso dall’avvocato Rosario Fiore, rispondendo al gip Vincenzo Di Florio.

I tre ebolitani – secondo la pubblica accusa – lo scorso mese di novembre violentarono in gruppo una donna trentacinquenne di Campagna. La posizione del “branco”, come vengono descritti gli arrestati nell’ordinanza, è molto difficile sul piano giudiziario. Devono difendersi dall’accusa di violenza sessuale di gruppo aggravata dal fatto che la vittima era ubriaca. Rischiano una pena molto pesante, si parte da un minimo di sei anni fino a un massimo di dodici.

La posizione giudiziaria sarà discussa nelle prossime settimane davanti ai giudice del Riesame che dovranno pronunciarsi sull’ordinanza del gip e sulle controdeduzioni delle difese.

La violenza viene consumata la notte del 7 novembre scorso in vicolo Scalelle, una stradina nel centro storico di Eboli, nei pressi di piazza Vestuti. I tre arrestati avevano agganciato la donna qualche ora prima, poco dopo le 23. Una pattuglia del nucleo radiomobile, infatti, li notò seduti al tavolo di un bar di Piazza XXV aprile mentre consumavano delle birre. Un’ora più tardi, al centralino del numero di emergenza 112, giunse la telefonata di un segnalatore anonimo che informava i carabinieri della presenza di una donna in difficoltà nel centro storico. L’interlocutore spiegò ai militari che tre balordi la stavano violentando.

I militari, immediatamente giunti sul luogo della segnalazione, trovarono effettivamente la vittima come l’aveva descritta l’anonimo informatore: era sdraiata a terra, inzuppata d’acqua e nuda dalla cintola in giù. Ai carabinieri la donna si presentò in un grave stato di choc. Fu subito trasportata al pronto soccorso dell’ospedale “Maria Santissima dell’Addolorata” dove i medici confermarono subito la presenza dei segni di un rapporto sessuale violento e consumato da poco tempo.

La violenza è stata scoperta grazie al lavoro investigativo dei carabinieri del nucleo operativo, guidato dal tenente Francesco Manna e coordinato dal pubblico ministero Giovanni Paternoster e dal procuratore Franco Roberti. La mattina seguente il fatto i militari fecero infatti un sopralluogo nel luogo della violenza. E scoprirono che in quel vicoletto del centro storico, che è largo poco più di un metro, c’era installata una telecamera che sorvegliava l’ingresso di un’abitazione privata. Acquisite le immagini riprese da quella telecamera, i militari riuscirono a ricostruire nel dettaglio tutte le fasi della violenza. Nei filmati si vede molto bene quando gli aggressori strappano i pantaloni e gli slip alla donna mentre uno dei tre la trattiene per le braccia e soprattutto le tappa la bocca per non farla urlare. Nei fotogrammi estrapolati dal video, inoltre, si nota con chiarezza uno degli arrestati mentre sottrae il cellulare alla trentacinquenne di Campagna per impedirle di telefonare e chiedere aiuto.

Per il giudice delle indagini preliminari Di Florio, sono tutti elementi sufficienti per chiedere la custodia cautelare in carcere e l’incriminazione dei tre giovani ebolitani.

Massimiliano Lanzotto

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