Pestati in carcere padre e figlio di Cava 

Dante e Vincenzo Zullo picchiati durante l’apertura delle celle per la vigilia. Protestano gli agenti penitenziari

Notte di violenza nel carcere di Salerno. Perché la vigilia di Natale, nella casa circondariale di Fuorni, è stata caratterizzata da un pestaggio in piena regola. Ad essere picchiati sono stati un padre e un figlio, Dante Zullo e Vincenzo Zullo, originari di Cava de’ Tirreni, di recente rinviati a giudizio con l’accusa di estorsione ed entrambi “ospiti” del reparto di Alta sicurezza, nella seconda sezione, ma non ristretti nella stessa cella. Anzi, i due si trovavano in piani diversi.
A dare origine all’aggressione, che si è verificata poco dopo le 21, l’apertura delle celle, ossia la possibilità per i detenuti di stare tutti assieme, concessa per le per le festività natalizie. Probabilmente il pestaggio è stato causato da futili motivi, ma non si escludono altre piste, come eventuali screzi che potrebbero essere insorti tra i detenuti nei giorni precedenti. Oppure la scazzottata potrebbe essere ricollegabile ad episodi al di fuori della vita nel penitenziario. Fatto sta che padre e figlio sono stati brutalmente malmenati, tant’è che per le gravi lesioni al volto e al cranio, sono stati trasferiti d’urgenza al Ruggi d’Aragona. E non è escluso che Zullo senior debba essere sottoposto a un intervento chirurgico maxillofacciale. La rissa, tuttavia, avrebbe potuto avere conseguenze ancora più gravi se non fossero intervenuti gli agenti della polizia penitenziaria , che sono risusciti a riportare la calma. «Il carcere di Salerno – evidenzia Emilio Fattorello, segretario nazionale del sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe) – ritorna alla ribalta della cronaca per un ennesimo evento violento che in maniera palese mostra la carenza di sicurezza che ricade, con effetti deleteri, sulla stessa popolazione detenuta e sul personale di Polizia penitenziaria. Aspetti quest’ultimi che sono stati oggetto d’interrogazioni parlamentari e di dettagliate denunce del Sappe che hanno determinato diverse ispezioni del Dap e Prap, organi ispettivi dell’Amministrazione. Nonostante i nostri allarmi, tuttavia, tutto sembra essere caduto nell’oblio. E anche alla vigilia di Natale il personale in servizio, abbandonato a se stesso, ha dovuto fronteggiare l'emergenza. Basti pensare che l’istituto era affidato ad un assistente capo».
Fattorello punta il dito contro l’apertura delle celle «che non può essere fronteggiata – evidenzia – con un organico sottodimensionato e in assenza dei supporti tecnologici, come la videosorveglianza con registrazioni e sistemi di allarme adeguati. Senza tener conto – aggiunge – dell’organizzazione dei servizi interni non rispettosa degli accordi sottoscritti con le organizzazioni sindacali». E mette sotto accusa il “regime aperto” anche Donato Capece, segretario generale del Sappe. «Il sistema delle carceri – chiarisce – non regge più, è farraginoso. I vertici dell’Amministrazione penitenziaria e del ministero della Giustizia hanno smantellato le politiche di sicurezza delle carceri preferendo una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno otto o dieci ore al giorno con controlli sporadici e occasionali. Il carcere non è terra di presunti innocenti e disgraziati. È anche terreno fertile di violenti, criminali e delinquenti che sfogano la loro frustrazione verso le leggi dello Stato contro le donne e gli uomini appartenenti al corpo di Polizia penitenziaria, che stanno in prima linea ventiquattr’ore al giorno e non solamente i pochi minuti di annunciate visite politiche, utili solo alla visibilità di chi le effettua».
Che il penitenziario di Salerno sia oramai una vera e propria polveriera lo testimoniano le continue risse e aggressioni, tra gli stessi detenuti oppure ai danni degli agenti. E, ancora, la clamorosa fuga, durata solo poche ore, dello scorso settembre; senza contare i ritrovamenti, sempre più frequenti, di telefoni cellulari e di sostanze stupefacenti. Solo per ricordare gli ultimi episodi di cronaca, poco più di una settimana fa un assistente capo è stato aggredito da un detenuto, mentre a novembre un altro detenuto ha tentato, senza riuscirci, di evadere.
Gaetano de Stefano
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