Pestarono Zullo, otto detenuti a giudizio 

L’aggressione avvenne la vigilia di Natale dietro le sbarre. Anche il padre subì la stessa sorte

SALERNO. Chiuse le indagini sul pestaggio di Vincenzo Zullo, di Cava dei Tirreni, avvenuto la vigilia di Natale nel carcere di Fuorni. Il sostituto procuratore della Dda di Salerno, Vincenzo Senatore, ha chiesto il rinvio a giudizio di otto detenuti che, all’epoca dei fatti, erano reclusi nella casa circondariale di via del Tonnazzo. L’udienza preliminare è fissata all’inizio della prossima settimana dinanzi al gup Ubaldo Perrotta. Gli imputati rispondono in concorso di lesioni personali gravissime. Quella notte Zullo fu aggredito in modo brutale dagli altri detenuti, furono necessari l’intervento dei sanitari e il trasferimento al pronto soccorso dell’ospedale Ruggi. Da quel pestaggio, infatti, il 37enne di Cava riportò la frattura di due costole, la nona e la decima di sinistra, e una frattura complessa allo zigomo. Inoltre, i medici dovettero saturargli un taglio nella parte sopraccigliare sinistra. Per le lesioni patite in quella lite, Zullo fu ricoverato per 17 giorni in ospedale. Per la completa guarigione, invece, furono necessari 23 giorni. Al termine delle indagini della Dda, eseguite dalla polizia penitenziaria di Salerno, il pm Senatore ha individuato in Sergio Rainone, Raffaele Guida, Vincenzo Mazzarella, Roberto Dell’Annunziata, Antonio De Vita, Vincenzo Santillo, Domenico Russo e Francesco Sessa i compartecipi, mandanti ed esecutori delle lezioni impartita a Zullo e a suo padre Dante, quest’ultimo vittima di un altro pestaggio ad opera di un altro detenuto, Roberto Esposito. Padre e figlio, dopo le aggressioni, tentarono di sviare l’attività investigativa dei poliziotti, inventandosi delle scuse poco plausibili sulle cause delle loro lesioni. Per aver tentato di eludere le indagini, padre e figlio sono imputati di favoreggiamento personale. Vincenzo Zullo raccontò di aver avuto un solo schiaffo dopo il pestaggio, ricostruzione troppo fantasiosa per le fratture riportate. Il padre Dante, invece, dichiarò di essere caduto nella cella e di essersi procurato così le plurime lesioni riportate dai referti medici. La settimana prossima c’è l’udienza. Del collegio difensivo fanno parte gli avvocati Claudio Davino, Teresa Sorrentino, Antonio Boffa e Gianluca D’Aiuto. Quello ai Zullo di cava è solo uno degli episodi di violenza dietro le sbarre che hanno posto il carcere al centro delle cronache degli ultimi mesi. (m.l.)
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