FISCIANO

Pesta l’amico dell’ex compagna

Il 43enne dovrà affrontare il processo a Nocera Inferiore

FISCIANO. Un’aggressione in piena regola con un tubo di ferro. Così A. R., incensurato quarantatreenne voleva chiudere il conto col nuovo compagno della ex moglie, dopo averlo atteso alla fine di una giornata di lavoro di lei, sorprendendo i due insieme nei pressi di un bar, appena prima di mettersi insieme in macchina.

«Era il bar dove lavoro saltuariamente - spiegò lei ai carabinieri - nella zona di Penta. La sera del due agosto 2014, mentre stavo chiudendo il bar, vedo questa macchina a circa cento metri di distanza. Il mio ex, era lui, lo riconobbi, si avvicinò e colpì il mio amico, che frequentavo in quel periodo, alla spalla e al volto con un tubo di ferro. Io stavo per andarmene con la sua macchina, quando avvenne l’aggressione. Il mio ex aveva quest’arma, io provai a togliergliela di mano, intervenni, alla fine riuscii a fermarlo».

L’episodio è diventato un processo prossimo a partire davanti al giudice monocratico, con accuse di violenza privata, detenzione e porto in luogo pubblico di arma impropria e lesioni nei confronti del rivale, atteso insieme a lei alla fine del lavoro e sorpreso con un’aggressione simile ad un agguato. L’imputato ha due figli con la ex moglie, di quattordici e diciotto anni. Il più grande, dopo il pestaggio, tornò insieme al padre a chiarire la faccenda, parlando con la madre. «Non voglio che papà va in galera», disse alla donna, cercando un modo per chiudere la vicenda di violenza.

Al termine delle indagini svolte dalla procura di Nocera Inferiore, con il riscontro alla denuncia di lei, il referto e alcune testimonianze di quanto accaduto in quella sera estiva, A. R., incensurato, è finito destinatario di un decreto giudiziario. Ora dovrà affrontare il processo il 23 febbraio davanti al giudice del tribunale monocratico di Nocera Inferiore, Antonio Tarallo.

(a. t. g.)

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