«Pestò la compagna incinta spaccandole la mascella» 

Chiesto il processo per un uomo che ha perseguitato la donna per undici anni Le indagini partite dalla denuncia della ragazza dopo l’ennesima aggressione

La percuoteva da sempre fino a mandarla in ospedale, mentre era incinta, spaccandole la mascella e causandole danni fisici permanenti: con accuse di lesioni personali gravissime e stalking rischia il processo il paganese V. R., 59 anni, finito sotto inchiesta dopo la denuncia della compagna, una donna dell’est europeo, e i danni refertati al pronto soccorso dell’ospedale paganese. La donna era nel mirino perché aveva deciso di mettere fine alla relazione con l’uomo, costellata di violenze continue e insostenibile per la sua salute psico-fisica.
In particolare, i fatti contestati riguardano un periodo compreso dal 2002 fino al 2013, con l’episodio più grave commesso il 2 agosto del 2006: quella sera l’uomo picchiò selvaggiamente la moglie provocandole, come da referto, “una frattura mascellare complessa all’orbita zigomatica, dalla quale scaturiva la deformazione permanente del viso, con applicazione obbligatoria di protesi per il mantenimento in asse delle orbite oculari”. In pratica, gli occhi per effetto delle botte non erano più in asse, oltre alla deformazione evidente del viso, con il letterale cambio dei connotati fisici dovuti alle percosse.
Ancora, l’uomo costringeva la donna a non avere rapporti con i suoi genitori, inoltre la pedinava e si appostava lungo i percorsi quotidiani della compagna. Non contento, l’uomo picchiava la ragazza anche mentre era in gravidanza, minacciandola e offendendola con cadenza quotidiana, sottoponendola a violenze continue che facevano oramai parte del rapporto. Per quanto riguarda l’accusa di stalking, la seconda in ordine di importanza, l’uomo in una circostanza seguì la donna e nei pressi del bar “Ferrari” a Pagani la ingiuriò pubblicamente, aggiungendo minacce di morte e percosse. In due casi, poi, le causò altre lesioni personali oltre a procurarle timore per la propria incolumità.
La menomazione al volto, la protesi relativa e i danni permanenti, rappresentano un esempio perfetto delle conseguenze dell’amore esasperato e della peggiore specie. La donna era stata costretta a cambiare abitudini di vita e orari di lavoro fino a farsi scortare da parenti e conoscenti per sentirsi almeno più protetta, difesa in qualche modo, dalla presenza costante e minacciosa dell’uomo con cui aveva avuto un rapporto sentimentale.
La vicenda, seguita dai carabinieri della tenenza paganese con il coordinamento dell’ufficio della procura di Nocera Inferiore, è arrivata alla fase della rituale conclusione delle indagini preliminari e ora è al vaglio del gip, dopo la richiesta di processo predisposta sulla base del quadro probatorio, con l’informativa a raccogliere denuncia, integrazioni relative, testimonianze sugli episodi descritti e i referti medici allegati, utili a dare un resoconto delle contestazioni.
Alfonso T. Guerritore
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