Pesca, il danno degli abusivi Coldiretti lancia l’allarme

Si chiedono maggiori controlli delle autorità per scoraggiare attività irregolari che danneggiano gli operatori che pagano le tasse

Si leva forte la protesta degli operatori della piccola pesca professionale della provincia di Salerno, dopo gli innumerevoli casi di reti distrutte da pescatori occasionali. A denunciare il caso, la cooperativa Acquamarina Pescatori Salernitani, aderente a Coldiretti Salerno. La situazione è complessa e riguarda tutta la fascia litorale da Salerno ad Agropoli: a preoccupare sono i sempre più numerosi pescatori che, senza vincoli né regole, si posizionano con le proprie barchette lungo le traiettorie segnate dai pescatori con le reti – a poche miglia dalla costa – e maldestramente distruggono le attrezzature sottraendo in molti casi il pescato, che viene poi spesso reimmesso abusivamente sul mercato. Numerose sono state le denunce degli operatori ma la situazione continua a peggiorare. Le unità di pesca amatoriale, in molti casi, causano gravi conseguenze alla riproduzione delle specie ittiche, con quantità di pescato superiore a quella di una battuta di pesca sportiva, senza contare che il “bottino” viene spesso venduto a caro prezzo a pescherie e privati, con un grave danno economico per chi questo mestiere lo fa in maniera regolare. Nonostante gli sforzi della Capitaneria di porto di Salerno per arginare il fenomeno, la problematica resta e peggiora. Negli ultimi tempi, infatti, sono aumentate le segnalazioni di pescatori che denunciano pratiche alieutiche illegali, utilizzo di tramagli e reti e danneggiamenti alle attrezzature. Coldiretti Salerno, dunque, sollecita maggiori controlli da parte delle autorità preposte non solo per le gravi conseguenze di natura ambientale, ma anche per le ripercussioni sulle attività regolari di pesca in tutta la provincia di Salerno, a danno di operatori che pagano le tasse, a dispetto della forte crisi del comparto.

Coldiretti, inoltre, sollecita una regolamentazione dell’attività di pesca amatoriale: «Rispetto ad un quadro normativo comunitario e nazionale che investe la pesca professionale con regole e controlli sempre più stringenti – si legge nella nota - la pesca sportiva in mare rappresenta un “cono d'ombra”. Sono in troppi a dimenticare che la quantità di pescato permessa è di 5 chili a testa. E’ necessario, dunque, un monitoraggio costante del fenomeno, per scongiurare illeciti sempre più frequenti».