Pesca del tonno rosso a Cetara Il sindaco: «Aumentare le quote»

Squizzato ha scritto al ministero e all’assessorato regionale illustrando il sistema a “circuizione” «Si tenga conto del peso percentuale delle varie tipologie rispetto al totale della quota italiana»

CETARA. Aumentare la quota di pesca del tonno rosso per le imbarcazione che utilizzano il sistema a “circuizione”. È questo l’appello che parte da Cetara, il caratteristico paese della Costiera amalfitana che vanta la flotta più grande della Penisola e tra le più “potenti” del Mediterraneo. Anche perché la pesca del tonno, più che una attività economica è un rito che si tramanda da padre in figlio e che ha visto crescere intere generazioni. Ed è un lavoro che, negli anni d’oro, ha visto coinvolto quasi tutto il paese, la cui economia, soprattutto nello scorso secolo, è stata incentrata sulle “tonnare”, tanto da diventare un elemento caratteristico e distintivo della cittadina.

Perciò il sindaco, Secondo Squizzato, ha scritto al ministero delle politiche agricole e forestali e all’assessorato regionale all’agricoltura e alla pesca, chiedendo che «in sede di redistribuzione della maggiore quota di cattura spettante all’Italia, si tenga conto dell’incidenza della “circuizione” sul totale, e si ripartiscano le maggiori quantità in proporzione al peso percentuale delle varie tipologie di pesca rispetto al totale della quota italiana».

Perché, a quanto pare, benché “i dati più rassicuranti sullo stato dello stock del tonno rosso abbiano prodotto in sede internazionali un aumento della quota di cattura italiana, pari al 20 per cento, per la campagna di pesca 2015”, sembra proprio che l’aumento non interesserà le 12 tonnare impegnate nella pesca a circuizione. «Il paventato orientamento espresso dal direttore generale del ministero – rimarca Squizzato - in una recente riunione con i rappresentanti del settore, che ha preannunciato l’esclusione dell’aumento della quota per il sistema della “circuizione”, appare irragionevole ed ingiusto. E questo se solo si considera il forte contributo e i sacrifici economici che il comparto ha sostenuto per conservare imprese “vive”, competitive e produttive, in tanti anni caratterizzati da una forsennata riduzione dello sforzo di pesca e in un contesto di grave crisi economica».

Dunque è necessario rivedere il programma anche perché, evidenzia Squizzato «sarebbe paradossale che proprio la “circuizione”, che ha sostenuto il maggior peso della ristrutturazione, sia esclusa dal beneficio dell’aumento delle quote di cattura deciso in sede Iccat».

In caso contrario non è esclusa una protesta. «Auspichiamo – conclude il primo cittadino di Cetara - che non siano adottate misure penalizzanti per il comparto a “circuizione” che, ove risultasse ulteriormente danneggiato dalla ridistribuzione delle maggiori quote, avrebbe tutte le ragioni per contrastare siffatte determinazioni».

Gaetano de Stefano

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