LA STORIA

Perseguitava funzionaria. Nei guai caporale di Sarno 

Chiesto il giudizio immediato per il militare: «Ossessionato da quella donna»

SARNO. La procura di Nocera Inferiore vuole il processo con rito immediato per il caporalmaggiore dell’Esercito originario di Sarno accusato di stalking nei confronti di una funzionaria del comune di San Valentino Torio. L’uomo, già recidivo, sottoposto a misure interdittive e cautelari con diversi episodi contestati, alla fine di agosto era tornato alla carica, con minacce e intimidazioni pesanti contro la donna. «Ti taglio la testa», le aveva detto, pedinandola con l’auto e sputandole contro.
Contro di lui in passato erano state depositate numerose lettere, di cui una mandata dal carcere di Santa Maria Capua Vetere, raccontando difficoltà e poi minacciando vendetta: «Io non dimentico nulla, la colpa è solo tua ,devi soffrire», sosteneva l’indagato.
L’uomo, un sarnese 41enne, aveva conosciuto la donna durante la separazione dalla sua ex moglie, iniziando il corteggiamento per poi spaventarla e importunarla, fino alle lettere d’amore anche spinte, alle continue telefonate, citofonando a casa sua di notte, «manifestando espliciti interessi sessuali nei suoi confronti, esprimendo fantasie erotiche e apprezzamenti volgari», come scrisse il gip.
In un episodio, l’uomo aveva provato a baciarla davanti ai suoi figli, ricevendo un rifiuto. Agli atti dell’informativa redatta dagli uomini della stazione carabinieri di San Valentino, guidata dal comandante Gennaro Corvino, l’ultima di una serie più ampia, si contavano diciotto lettere d’amore ricevute dalla vittima e sottoscritte dallo stalker, con le frasi e l’erotismo, con singoli interventi dei militari della stazione di fronte alle richieste d’aiuto della donna. Per l’uomo era stato emesso un divieto di avvicinamento, fin dal 2014, con aggravamento nel 2015 e arresti domiciliari per ulteriori violazioni, fino ad una prima condanna. Liberato una prima volta, l’uomo aveva manifestato propositi di vendetta contro la donna denunciante: «Ti sgozzo», le aveva detto.
Anche la collaboratrice della vittima aveva ricevuto ulteriori minacce, confermando i comportamenti violenti e ossessivi. Dopo una nuova misura di arresti domiciliari, il reo non si era fermato, fino all’aggravamento e alla custodia in carcere a Santa Maria Capua Vetere. Di fronte al gip per l’interrogatorio di garanzia aveva spiegato di essere stato fuori per lavoro, rispetto ad una serie di contestazioni, ridimensionandone altre. Il giudice aveva ravvisato «una insana attrazione sessuale e astio rancoroso contro la donna». Il militare, difeso di fiducia dall’avvocato Stanislao Sessa, rischia il processo con rito immediato, a fronte della richiesta presentata al gip dalla Procura sulla base dell’evidenza della prova raccolta.

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