Permessi di soggiorno falsificati Rinvio a giudizio per 10 indagati

La truffa scoperta lungo l’asse San Marzano sul Sarno, San Valentino Torio, Scafati e Striano Gli immigrati, soprattutto badanti, pagavano per ricevere in cambio i documenti contraffatti

SAN MARZANO SUL SARNO. Sono accusati di aver falsificato documenti per consentire la permanenza di cittadini irregolari in Italia, con un giro parallelo di truffe ai loro danni e promesse di permessi di soggiorno Giuseppe Setaro, di San Marzano, Salvatore Langella, di San Marzano sul Sarno, Michele Mirabella e la sorella Teresa Mirabella, convivente di D’Avino, di Striano, Maria Teresa Bottone, sorella di Salvatore Bottone, di Scafati, Clorinda Cretoso, di Striano, Pasquale Dell’Aglio di Striano, Giuseppe Raimo di Striano, Adriano Tappino di S. Valentino Torio e molti extracomunitari accusati di aver ottenuto benefici illeciti, rinviati a giudizio su decreto del gup Paolo Valiante del tribunale di Nocera.

In precedenza erano finiti sotto processo con successiva rinnovazione del dibattimento gli indagati di punta Salvatore Bottone, 31enne di Scafati, Domenico D’Avino, 47enne di Striano, ritenuti promotori dell’organizzazione che a cavallo tra le province di Napoli e quella di Salerno, in mezzo all’area Vesuviana e l’Agro, e il marocchino Khalouki Hajjaidi 34 anni, residente a Striano.

L’attuale nuovo filone concluso dal rinvio a giudizio diventerà un dibattimento a partire dal 13 dicembre prossimo davanti ai giudici del terzo collegio penale, presidente Domenico Diograzia, del tribunale di Nocera, con gli imputati a piede libero. Secondo le accuse il marocchino aveva il compito di procacciare i suoi connazionali che avevano bisogno di un permesso di soggiorno, attivando il lavoro illecito organizzato dai vertici della truffa. L’indagine è stata seguita e coordinata dal sostituto procuratore di Nocera Inferiore, Roberto Lenza, che in prima battuta aveva iscritto complessivamente 29 persone nel registro degli indagati. L’indagine prese il via nel 2009 per fatti commessi tra Scafati, San Valentino e Striano, con l’operazione eseguita con gli arresti effettuati dai carabinieri della stazione di Striano in collaborazione con quelli della compagnia di Nocera Inferiore.

Il primo passaggio dell’attività inquirente fu una fondamentale intercettazione telefonica tra Giuseppe Setaro e Domenico Salvatore D’Avino, che parlavano di una pratica falsa da concludere per un extracomunitario. La cifra di riferimento era duemila euro, da ottenere dietro concessione del permesso. Per la procura a capo dell’organizzazione c’era Bottone, che assieme a D’Avino aveva escogitato la truffa, riuscendo a mettere su un’organizzazione che falsificava documenti e assunzioni fittizie di extracomunitari nel ruolo di badanti, eseguendo inoltre truffe ai danni degli stranieri. La promessa di un lavoro regolare dietro pagamento era l’esca adatta per farsi pagare: il permesso era l’amo.

Alfonso T. Guerritore

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