l’omicidio della prostituta
Perizia per Carmine Ferrante: in aula il 20 maggio
Fissata al prossimo 20 maggio un’altra udienza con una nuova perizia disposta dalla Corte, del processo d’Appello per Carmine Ferrante, l’uomo di Vietri sul Mare accusato dell’omicidio della...
Fissata al prossimo 20 maggio un’altra udienza con una nuova perizia disposta dalla Corte, del processo d’Appello per Carmine Ferrante, l’uomo di Vietri sul Mare accusato dell’omicidio della prostituta Nikolova Temenuzhka Petrova, uccisa a Pagani e abbandonata nella sterpaglia alle spalle del cimitero. Ferrante, ultimo cliente della ragazza, è stato condannato a venti anni di reclusione al termine del rito abbreviato celebrato davanti al gup, Alfonso Scermino del Tribunale di Nocera Inferiore, con la pena che è stata calcolata in base allo sconto previsto.
Ferrante, difeso dall’avvocato Agostino De Caro, era stato incastrato da una serie di elementi di prova ritrovati dai carabinieri, con un orecchino e un bracciale della vittima spuntati nella sua auto e divenuti “pistola fumante” nella ricostruzione investigativa. Le accuse formali di omicidio aggravato dalle minori condizioni di difesa della vittima, occultamento di cadavere, detenzione di arma clandestina e detenzione di munizionamento fecero scattare la misura cautelare il giorno dopo il delitto, dopo le indagini dei carabinieri del gruppo territoriale di Nocera inferiore coordinate dal pm Cacciapuoti.
Il cadavere della straniera venne scoperto il 12 agosto del 2016, ma il delitto risaliva a qualche giorno prima, quando Ferrante prese a bordo la prostituta a Sant’Egidio, dove “Nika” esercitava insieme ad altre colleghe, per poi andare in via Leopardi a Pagani, luogo del delitto. Dopo averla uccisa, l’uomo abbandonò il cadavere facendo perdere le proprie tracce. La presenza dei gioielli nell’auto del presunto assassino, ripresa dalle videocamere di sorveglianza del territorio e riconosciuta dalle colleghe di Nika, chiusero la ricostruzione investigativa.
Alfonso T. Guerritore
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Ferrante, difeso dall’avvocato Agostino De Caro, era stato incastrato da una serie di elementi di prova ritrovati dai carabinieri, con un orecchino e un bracciale della vittima spuntati nella sua auto e divenuti “pistola fumante” nella ricostruzione investigativa. Le accuse formali di omicidio aggravato dalle minori condizioni di difesa della vittima, occultamento di cadavere, detenzione di arma clandestina e detenzione di munizionamento fecero scattare la misura cautelare il giorno dopo il delitto, dopo le indagini dei carabinieri del gruppo territoriale di Nocera inferiore coordinate dal pm Cacciapuoti.
Il cadavere della straniera venne scoperto il 12 agosto del 2016, ma il delitto risaliva a qualche giorno prima, quando Ferrante prese a bordo la prostituta a Sant’Egidio, dove “Nika” esercitava insieme ad altre colleghe, per poi andare in via Leopardi a Pagani, luogo del delitto. Dopo averla uccisa, l’uomo abbandonò il cadavere facendo perdere le proprie tracce. La presenza dei gioielli nell’auto del presunto assassino, ripresa dalle videocamere di sorveglianza del territorio e riconosciuta dalle colleghe di Nika, chiusero la ricostruzione investigativa.
Alfonso T. Guerritore
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