«Per risparmiare vogliono sopprimere quello che funziona»

Covelli boccia la nuova legge sulla giustizia minorile «Che fine farà il recupero e il reinserimento dei ragazzi?»

NAPOLI. Nel calderone dello scontro tra toghe e politica finisce anche la soppressione dei tribunali per i minorenni, riforma ora all’esame del Senato. Una cancellazione osteggiata dai magistrati e dall’avvocatura. «In Italia c’è l’abitudine di sopprimere le cose che funzionano», dice Mario Covelli, presidente dell’associazione forense nazionale “Camera Penale Minorile”.

Perché dice che funziona la giustizia minorile?

Il tribunale per i minorenni non ha arretrati, non ci sono prescrizioni. Perché dobbiamo sopprimere un tribunale che funziona, soprattutto quando si rileva da ogni parte che c’è una recrudescenza della delinquenza minorile, non solo nella nostra regione? Perché dobbiamo sopprimere questa istituzione ormai quasi secolare? Non si capisce. La specializzazione è imposta dalla Costituzione.

Cosa non la convince del disegno di legge?

La legge dice che il tribunale per i minorenni sarebbe sostituito da sezioni specializzate nel tribunale ordinario, per la parte giudicante. Ma la parte requirente non avrebbe sezioni specializzate. Il pm di turno, provenga dalla Dda o qualunque altra sezione, si troverebbe a istruire un procedimento a carico di minori che ha tutte altre finalità, lo scopo del recupero, del reinserimento sociale. La riforma non sta né in cielo né in terra. E tra l’altro è contro l’Europa e i trattati internazionali, in tutti i paesi europei esiste un tribunale minorile specializzato.

Ma quali sono i motivi della riforma?

Tutto questo si fa per motivi di risparmio: recuperare risorse, locali, attrezzature, cancellieri, magistrati. Ma è un modo per aggravare il problema minorile, che andrebbe visto sotto l’aspetto della prevenzione. Questo non accade, se in certi ambienti compare solo il carabiniere per arrestare e il giudice per giudicare, e non si è mai visto prima un assistente sociale, non c’è un’attività che favorisca sport e attività ludiche.

Bisogna però ammettere che molti minori si macchiano di reati gravi...

La repressione è imposta dalla legge e necessaria. Se aprite scuole, palestre, forme di intrattenimento, alcuni delinquenti saranno sempre delinquenti, ma invece di essercene mille ce ne saranno ottanta.

C’è il fenomeno camorristico dei baby boss: ritiene che il tribunale per i minorenni sia una risposta adeguata?

Bisogna sfatare una leggenda: che al tribunale per i minorenni si dia il perdono giudiziale e una carezza sulla guancia e l’imputato se ne vada. In realtà è molto severo: per l’associazione camorristica si comminano pene dai 9 ai 10 anni; per l’omicidio dai 14 ai 18-20 anni. Naturalmente si tratta di pene che non tendono alla neutralizzazione del reo ma al suo recupero. Non bisogna uccidere la speranza ma alimentare una speranza di recupero.

Gianmaria Roberti

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