Per Moretti veglia e petizione

Avossa in prima fila al Duomo. Manifesto con 98 firme, c’è anche De Biase

“Io non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori”. Solo “giusti”, però – e ben blindati da un nutrito gruppo di agenti della Digos – ieri sera al Duomo dove la pastorale giovanile della Diocesi, dopo i disordini di San Matteo, ha organizzato una veglia di preghiera per manifestare solidarietà al vescovo Luigi Moretti, fischiato e offeso durante la processione per le modifiche apportate, (e totalmente ignorate dalle paranze) al percorso dei santi. La Cattedrale era gremita fin dalle 19.30, si provavano canti e si prendeva posto tanto nelle navata centrale che in quelle laterali dove presto i posti a sedere si sono esauriti; poi, poco prima delle 20, monsignor Moretti, ha fatto il suo ingresso e la folla lo ha accolto con un caloroso applauso. Ai primi banchi – davanti a scout, membri di azione cattolica, di associazioni di volontariato e di tanti, tantissimi fedeli – il vicesindaco Eva Avossa, il presidente del consiglio comunale Antonio D’Alessio, gli esponenti del Pd Tino Iannuzzi e Alfonso Andria e diversi consiglieri comunali tra cui Raffaele Adinolfi, Paky Memoli e Luciano Provenza.

Quanti hanno preso parte alla celebrazione sono stati accolti da un manifesto, affisso all’entrata, in cui 98 firme salernitane – avvocati, artisti, intellettuali – invitavano a sottoscrive una petizione indetta su change.org per condividere riflessioni su quanto avvenuto a San Matteo. “Per una comunità unita”, questo il titolo che svettava sul manifesto nel quale erano spiegati i motivi dell'’niziativa: “I gravi episodi verificatisi durante la processione del santo patrono suscitano indignazione e profondo turbamento nelle nostre coscienze e in quelle di gran parte dei salernitani – si poteva leggere sul fondo blu – In coerenza con tali sentimenti avvertiamo l’esigenza di esprimere pubblicamente all’arcivescovo monsignor Moretti convinta solidarietà e vivissima gratitudine per l’azione pastorale che egli svolge, con saggezza e coraggio, anche finalizzandola alla evangelizzazione della pietà popolare e alla purificazione di essa dagli inquinamenti e dalle strumentalizzazione di qualsiasi natura, nello spirito delle sollecitazioni e dei documenti dell’Episcopato italiano e campano. Accogliamo il suo invito - si leggeva infine - a costruire una comunità unita che, nel rispetto reciproco, si impegni a promuovere sempre e comunque il bene comune”. Tra i firmatari compaiono, tra gli altri, Pasquale Andria, Adalgiso Amendola, Ambrogio Ietto, Antonio Ilardi e l’ex sindaco Mario De Biase.

©RIPRODUZIONE RISERVATA