Per la processione quindici fermate e rete wifi

Alle 18 l’uscita delle statue dall’atrio della Cattedrale. Altoparlanti lungo tutto il percorso per fare ascoltare le preghiere

SALERNO. Il giorno della festa, quello incui una volta all’anno Salerno si ferma, inizia alle 6.30 di mattina, quando le porte del Duomo si aprono per la prima messa della giornata. Si procede con una celebrazione ogni ora, fino alle 10.30 quando gli appuntamenti della mattina si concludono nel solenne pontificale presieduto dall’arcivescovo Luigi Moretti, con la partecipazione di decine di sacerdoti, di autorità civili e militari e di una folla di salernitani che ogni anno gremisce le navate della Cattedrale.

Ma è nel pomeriggio, quando il simulacro del patrono attraversa in processione la città, che per Salerno comincia il momento più alto della festa, in cui fede e folklore si fondono in un’onda che travolge anche i non credenti. Il programma prevede che le statue escano dall’atrio del Duomo alle 18: San Matteo, San Giuseppe, San Gregorio VII e i Santi martiri Ante, Gaio e Fortunato. Quest’anno il protocollo concordato tra Curia e portatori prevede che le paranze torino ad essere addobbate all’interno della Cattedrale. Saranno i portatori a prelevare le statue dalla chiesa portandole nell’atrio del Duomo, dove sarà recitata la preghiera del portatore e sarà impartita la benedizione ai simulacri, schierati uno di fianco all’altro. Poi l’uscita, in un corteo di stendardi, confraternite, autorità religiose ed esponenti delle istituzioni che scenderà da via Duomo per raggiungere corso Vittorio Emanuele, svoltare a destra lungo via Dei Principati e percorrere corso Garibaldi e via Roma per poi tornare in Cattedrale passando da largo Campo. Ad accompagnare il percorso ci saranno tre bande musicali e, per la prima volta, è stata decisa l’installazione lungo tutto il tragitto di una rete wifi di amplificazione per consentire a tutti di ascoltare preghiere e celebrazioni.

Le fermate saranno 15, come quelle della Via Crucis se si conta anche la Resurrezione, e per ognuna l’accordo scritto tra arcivescovo e portatori ha definito in maniera puntigliosa quello che è consentito. Quattro le soste – a piazza Portanova, all’incrocio tra corso Vittorio Emanuele e via Dei Principati, all’incrocio tra via Cilento e corso Garibaldi e a piazza Sedile del Campo – dove ogni paranza “effettuerà, sulle braccia, una rotazione completa delle statue”. Due gli snodi focali: piazza Cavour e Comune. Nella prima entrerà tutto il corteo e le statue saranno appoggiate, per effettuare una sosta, sulle transenne già predisposte dall’organizzazione. Dalla piazza l’arcivescovo reciterà una preghiera e impartirà una benedizione “per tutti i lavoratori, gente del mare e profughi”.

I portatori potranno riposarsi, e al ristoro che negli anni scorsi era offerto dal bar Rosa provvederà quest’anno un chiosco allestito dal Comune. Non ci sarà l’ingresso di San Matteo nell’atrio del Comune, pomo della discordia delle celebrazioni dello scorso anno. A Palazzo di Città entrerà solo il “braccio”, per la benedizione dell’arcivescovo. Ma l’omaggio delle paranze ci sarà: le statue saranno posizionate fronte all’ingresso, una accanto all’altra; e quella di San Matteo si collocherà in corrispondenza dell’arco principale del porticato. Via libera anche alla tradizionale corsa sulle scale del Duomo e alla rotazione completa delle paranze davanti alla balaustra, prima di rientrare in chiesa per la messa nella cripta».

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