Per l’omicidio del “capitano” si va in Appello

SANT’EGIDIO DEL MONTE ALBINO. Pronto l’appello per le condanne a vent’anni di reclusione dei killer di Liberti. I killer Francesco Ferraioli, 41 anni, e Vincenzo Vitolo, 36 anni, pregiudicati di...

SANT’EGIDIO DEL MONTE ALBINO. Pronto l’appello per le condanne a vent’anni di reclusione dei killer di Liberti. I killer Francesco Ferraioli, 41 anni, e Vincenzo Vitolo, 36 anni, pregiudicati di Sant’Egidio, i due esecutori, riconosciuti colpevoli con l’aggravante dell’articolo 7, hanno impugnato la sentenza di primo grado attraverso i loro legali Luigi Calabrese e Maria Cammarano.

La sentenza emessa al termine del rito abbreviato era scaturita dalle iniziali rivelazione dei pentiti, in grado di ricostruire con precisione e riscontri l’assassinio di Pasquale Liberti, alias “o’capitano”. Il pm Cardea aveva lavorato sulle dichiarazioni di Vincenzo Greco che, nel 2010, dopo il pentimento del figlio Alfonso e di Giovanni Sorrentino, aveva iniziato la collaborazione. L’incarico dell’omicidio inizialmente doveva essere eseguito dai paganesi, con il clan Contaldo-Annunziata che voleva ricambiare il favore dell’omicidio di Enrico De Prisco, collaborato con la partecipazione di Giuseppe Sorrentino assieme a Francesco Contaldo. Greco spiegò che l’omicidio nasceva da una lite tra Rosita Califano, la fidanzata di Liberti, e sua suocera, la madre di Giovanni Sorrentino, con un tentativo di pace fatto da Greco respinto da Sorrentino, deciso a far uccidere Liberti. Sorrentino chiamò Ferraioli e Vitolo ordinando l’omicidio del capitano perché, alleato con Luigi Iannaco, stava organizzando il loro omicidio.

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