Per l'ex arcivescovo di Salerno la “grazia” della prescrizione

La sentenza dei giudici d’Appello ribalta il verdetto di primo grado sul restyling dell’ex colonia di San Giuseppe: inflitte otto condanne a tecnici e progettisti

Colpo di scena nel processo in appello per l’Angellara Home, il restyling dell’ex colonia di San Giuseppe finito nel mirino della Procura. Dopo la richiesta del sostituto Pg Martusciello di assoluzione per tutti gli imputati, alla fine i giudici hanno solo parzialmente modificato la sentenza di primo grado, concedendo delle prescrizioni per tre capi di imputazione. Un verdetto “di non doversi procedere” di cui ha beneficiato in particolare il vescovo emerito Gerardo Pierro, che vede così cancellata per prescrizione la sentenza di primo grado (fu condannato a dieci mesi di reclusione per la truffa).

Sorte diversa per il suo ex cerimoniere, don Comincio Lanzara, condannato a nove mesi di reclusione (col beneficio della pena sospesa) per abuso d’ufficio, falso ideologico e false dichiarazioni a pubblico ufficiale. Anche per lui il reato di truffa è infatti caduto in prescizione (come per Giovanni Sullutrone, Nicola Sullutrone e Giuliana Rago). Prescritto, inoltre, un altro capo di imputazione, verdetto di cui hanno beneficiato, alla fine, oltre a Lanzara, i due Sullutrone, Nicola Massimo Gentile e Matteo Basile.

I giudici d’Appello, (presidente Franco Pasquariello) hanno dunque condannato, oltre don Comincio Lanzara, anche Giovanni Sullutrone (8 mesi e 15 giorni), Nicola Sullutrone (8 mesi e 15 giorni), Nicola Massimo Gentile (8 mesi e 10 giorni), Matteo Basile (8 mesi e 10 giorni), Roberto Rago (4 mesi), Vincenzo Rizzo (4 mesi), Charles Richard Craparo (4 mesi) e Pompeo Paolo Mazzucca (quattro mesi). I giudici, inoltre, per tutti gli imputati, oltre al beneficio della sospensione della pena, hanno previsto anche la non menzione della condanna nel certificato del casellario giudiziale.

Per i giudici della Corte di Appello - in attesa del deposito delle motivazioni - ci furono una serie di irregolarità amministrative e procedurali limitatamente al caso delle due piscine costruite nell’Angellara Home: da qui la condanna dell’ex presidente del consiglio regionale Giovanni Sullutrone (un anno in primo grado), e Nicola Sullutrone (assolto in primo grado), oltre a don Comincio Lanzara.

Capovolta la sentenza di primo grado anche per i funzionari comunali Nicola Gentile, Matteo Basile e Charles Caprara, già responsabile dello sportello unico di Palazzo di Città, che avevano incassato un’assoluzione piena. Stessa sorte è toccata a Giuliana e Roberto Rago, all’architetto Mazzucca, che nel 2006, in qualità di progettista, si occupò del secondo intervento sottoposto a finanziamento, e all’economo della Curia Vincenzo Rizzo. Il collegio difensivo era composto tra gli altri dagli avvocati Paolo Carbone, Felice e Lorenzo Lentini, Giuseppe Saccone, Lucio Basco, Francesco Saverio Dambrosio e Arturo Della Monica.

Era il 15 luglio 2008 quando i finanzieri apposero i sigilli a quella struttura dopo oltre un anno di indagini. L’accusa della procura – che l’Appello ha in parte confermata – era di aver messo in piedi un raggiro che avrebbe fatto introitare alla Curia salernitana finanziamenti pubblici per 2 milioni di euro, trasformando l’ex Colonia da struttura sociale in un albergo di lusso. Per l’intero periodo dell’inchiesta la struttura sul litorale di Salerno era stata sottoposta a sequestro penale. Solo dopo quattro anni, con la sentenza di primo grado, i giudici la restituirono alla Diocesi di Salerno, disponendone il dissequestro «previa regolarizzazione amministrativa». Proprio quando questa pagina sembrava avviarsi ad essere chiusa per sempre, è arrivata la sentenza di Appello che, alla fine, tira fuori solo Pierro. Per prescrizione.

©RIPRODUZIONE RISERVATA