la storia

«Per giocare ho venduto tutto l’oro dei miei figli»

Da due anni Rosaria Castaldo è fuori dall’inferno dei gratta e vinci. «Non volevo ammettere il problema. Ora sto lontana pure dalla tombola»

«A furia di grattare, ho toccato il fondo. Sono arrivata a vendere l’oro dei miei figli. Li ho privati della mia attenzione, dei soldi, del tempo. Ho rischiato di perderli per sempre. E ancora oggi, se mi guardo indietro, non riesco a capire come sia riuscita a precipitare». Rewind. Cinque anni fa Rosaria Castaldo, 48 anni, napoletana, decide di lasciare il lavoro da macchinista che non le garantiva più uno stipendio dignitoso. E ingannata dalla voglia di vincere facile, inizia a peregrinare per tabacchi alla ricerca del gratta e vinci fortunato.

Quanto spendeva?
All’inizio poco. Compravo quelli da due euro. Poi sono passata a quelli da cinque, dieci, venti. Sono arrivata a buttare via cifre importanti, pur non avendo più una mia fonte di reddito. Mi ero licenziata perchè nell’azienda dove lavoravo le commesse erano drasticamente diminuite. Ci davano pochi spiccioli. E così ho iniziato a tentare la sorte, lasciandomi sedurre da quelli che dicevano che avevano vinto. Pensavo: “se è successo a loro, accadrà anche a me”.

leggi anche: Diplomati e sposati. I maschi i più “colpiti” Le vittime prediligono videopoker e lotterie istantanee. Spariscono le carte. Il bar è il luogo privilegiato per tentare la sorte, più del centro scommesse

Invece?
Ho azzeccato il grattino giusto una volta sola, intascando 500 euro. In realtà fino a quel momento ne avevo speso almeno il triplo, se non di più. Come faceva a procurarsi i soldi per comprare i gratta e vinci? Ho iniziato chiedendo denaro in famiglia. Poi, quando non mi bastava più, ho preso a vendere gli oggetti preziosi dei miei figli in tutti i compra oro del circondario. Li ho dati via per pochi euro. Mi sono fatta abbindolare, perchè la priorità era avere subito i soldi per giocare. In famiglia nessuno aveva sospetti? No, ma era evidente che qualcosa era cambiato. I rapporti con i miei due figli, di 18 e 20 anni, si erano incrinati. Ovviamente anche quelli con mio marito. Mi disinteressavo della famiglia. Ero perennemente aggressiva e nervosa. In guerra con il mondo.

Il cambio di rotta da che cosa è stato determinato?
Un giorno di due anni fa, mio marito ha scoperto che avevo venduto l’oro. Mi ha costretto a scontrarmi con una realtà che volevo negare a me stessa e a loro. Perchè chi è vittima di una dipendenza è un bugiardo incallito. Riesce ad inventare storie di ogni tipo per giustificarsi con gli altri e con se stesso. Non volevo ammettere di avere un problema. Neppure quando mio cognato, che era andato a parlare con i titolari dei negozi a cui avevo venduto l’oro, mi ha inchiodato. La bomba è scoppiata quando mio marito mi ha guardato negli occhi e mi ha accusato di essere una madre senza cuore. Perchè solo così poteva essere definita una donna che privava i suoi figli dei loro beni. Mia figlia si è scagliata contro di me, con una rabbia comprensibile, perchè ci vuole molto tempo prima di metabolizzare uno choc del genere. Ma a me è servito per rinascere.

Si spieghi.
Ho preso consapevolezza del fatto che avevo bisogno di aiuto. Che da sola non potevo farcela. E che rivolgermi ad un centro era l’unica possibilità che mi rimaneva per non perdere la mia famiglia, a cui ho sempre dato tutto il mio amore. Mi sono detta che volevo tornare ad essere la madre e la moglie di prima. La donna che tutti i nostri amici conoscono ed apprezzano. I volontari del gruppo Logos mi hanno salvato. E adesso non gioco più a nulla. Perfino la tombola mi fa paura.