Per Aliberti era pronta una nuova Sim 

In un’intercettazione del fratello svelata l’intenzione di fornire all’ex sindaco un cellulare “pulito”

SCAFATI. Un telefonino con una nuova scheda Sim per comunicare con l’esterno. Questo ha portato in carcere l’ex sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti, che da martedì è in una cella del penitenziario de L’Aquila per aver violato gli obblighi restrittivi disposti per i domiciliari da trascorrere fuori regione, nella località abruzzese di Roccaraso. Dall’ordinanza del giudice Raffaele Donnarumma, presidente del collegio del Tribunale di Nocera Inferiore, vengono a galla nuovi retroscena sull’operazione che ha riportato il politico di centrodestra in carcere.
Per i carabinieri di Roccaraso, a stretto contatto con uomini della Dia di Salerno, Aliberti a giorni avrebbe potuto usare alcuni telefonini cellulari, con tanto di schede Sim nuove, per parlare con amici e parenti. Tutto sarebbe partito da un’idea del fratello, l’imprenditore Nello Maurizio Aliberti, che, intercettato in auto nell’ambito dell’operazione “Satyricon”, avrebbe fatto riferimento a nuovi smartphone da far recapitare in Abruzzo ad Aliberti. I telefonini sarebbero serviti, secondo la Procura Antimafia di Salerno, a tenere rapporti con gli ambienti scafatesi, utili per poter ottenere i documenti che da tempo l’ex sindaco cerca per provare la propria innocenza ed essere scagionato dalle accuse che gli vengono mosse nell’ambito del processo “Sarastra”. Apparecchi che però non sarebbero mai arrivati a Roccaraso, nonostante l’incontro tra i due fratelli all’indomani del malore dell’ex sindaco. Tuttavia, secondo gli inquirenti, Pasquale Aliberti avrebbe avuto la possibilità di parlare con personaggi scafatesi.
Una tesi venuta a rafforzare ascoltando le parole di Giovanni Cozzolino, l’ex staffista comunale che parla nell’auto di Aliberti junior e spiega di essere andato in Municipio per ritirare una delibera che sarebbe servita proprio al suo alleato. Una richiesta arrivata a Scafati forse tramite un altro telefono, in uso ai genitori dell’ex sindaco, l’unico che potevano essere presenti con lui nella casa di Roccaraso.
Infine, c’è il discorso delle lettere inviate dall’Abruzzo in Campania sempre per ottenere da amici e politici atti fondamentali per la propria difesa nell’ambito del processo che inizierà il prossimo 4 luglio al Tribunale di Nocera Inferiore. Note fatte recapitare dall’ex sindaco tramite il padre e al momento non ancora entrate nella disponibilità dell’Antimafia.
Domenico Gramazio
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