Penalisti in sciopero Pentagallo stila una bozza di accordo

Il presidente del Tribunale in campo sui ruoli di udienza Oggi assemblea degli avvocati per valutare la mediazione

Tornano in assemblea i penalisti salernitani. Lo fanno nel mezzo di un’astensione proclamata dall’altro ieri fino al prossimo mercoledì e che sta facendo rinviare in questi giorni centinaia di udienze. Si riuniranno questa mattina, convocati dal presidente della Camera penale, Michele Sarno, per valutare il tentativo di mediazione messo in campo dal presidente del Tribunale Giovanni Pentagallo. La prova d’intesa è già nero su bianco in un documento proposto dai vertici del palazzo di giustizia, su cui l’avvocatura deciderà oggi se apporre la sua firma. Si parla di gestione degli spazi e ruoli di udienza, un testo che appare di facile condivisione ma su cui una parte dei penalisti avanza dubbi riguardo all’attuazione concreta, visto che già in passato altri protocolli sarebbero stati disattesi. È per questo che si è arrivati all’attuale astensione di sette giorni, scegliendo la linea dura dopo che le precedenti proteste hanno diluito nel tempo il loro effetto. Questa mattina si deciderà se continuare (orientamento al momento maggioritario) o se invece tendere la mano ai magistrati facendo un passo indietro con uno stop allo stato di agitazione.

Sul tavolo ci sono i disagi legati a ruoli di udienza che davanti ai giudici monocratici contano anche cinquanta processi al giorno; lo spettacolo indecoroso di aule “pollaio” dove in alcuni giorni si fatica finanche a respirare; le lunghe attese che dalle 9 di mattina si prolungano sino al pomeriggio anche solo per una data di rinvio; e da ultimo la nuova organizzazione delle cancellerie, dove si è avviata la regolamentazione degli accessi in base a una numerazione progressiva che per i legali sarebbe inconciliabile con la partecipazione alle udienze.

«Già con precedenti iniziative – si spiega nel documento che ha indetto i sette giorni di astensione – sono state più volte segnalate e denunciate le quotidiane disfunzioni degli uffici giudiziari e, ancora, il mancato rispetto del cosiddetto protocollo che disciplina il regolare svolgimento delle udienze penali». Nel mirino non c’è solo la previsione di giornate fiume, ma l’assenza di criteri certi di trattazione dei processi e di un’indicazione tempestiva sui tempi di chiamata. «Le udienze spesso iniziano oltre l’ora di rito, con decine e decine di difensori in ignara e lunga attesa» spiegano il presidente della Camera penale e il segretario Saverio Accarino. Tra i motivi dell’anomalia c’è che i giudici monocratici sono spesso chiamati a comporre nella stessa mattinata anche i collegi e inoltre a chiamare i procedimenti di altri ruoli, facenti capo a colleghi che nel frattempo sono passati ad altri tribunali o hanno cambiato funzione. Non è tutto. «Viene costantemente omessa la verifica dei testi presenti e l’indicazione dei procedimenti da rinviare» si legge nel documento della Camera penale. E il presidente Michele Sarno precisa che obiettivo della protesta non è solo tutelare gli interessi della categoria, ma scongiurare un corto circuito della giustizia in cui a essere penalizzati sono tutte le parti del processo: «Intendiamo rivendicare la dignità del ruolo dell’avvocatura ma anche cercare di essere da pungolo per una gestione delle attività che vada nella direzione di avvantaggiare soprattutto i cittadini». In questa direzione va purela battaglia sugli spazi: «Ogni giorno siamo costretti a espletare il nostro mandato in aule inadeguate e in condizioni che mortificano il ruolo della difesa e più in generale di tutti».

©RIPRODUZIONE RISERVATA