la protesta 

Penalisti aperti al confronto «Molte udienze Pagamenti lenti»

Dopo un periodo di astensione dalle udienze, gli avvocati della Camera penale riaprono il confronto pronti a ritornare a protestare qualora le gravi criticità che sono state segnalate non trovassero...

Dopo un periodo di astensione dalle udienze, gli avvocati della Camera penale riaprono il confronto pronti a ritornare a protestare qualora le gravi criticità che sono state segnalate non trovassero soluzioni concrete. Nei prossimi giorni, infatti, i rappresentati dei penalisti si confronteranno, con dei tavoli aperti per cercare soluzioni condivise da togati e avvocati. Iniziativa condivisa con il presidente del Tribunale, Giovanni Pentagallo, con la presidente della Corte d’Appello, Iside Russo, e con il numero uno dell’Anm salernitana, Piero Indinnimeo. Si apre, dunque una sorta di «fase di monitoraggio, senza escludere la possibilità, tra un mese, di nuove agitazioni», come ha spiegato Michele Sarno, presidente della Camera penale salernitana. «Criticità – spiega l’avvocato – che sono determinate dal numero di udienze che continuano ad essere celebrate dinanzi ai giudici monocratici. Avevamo un’intesa con la presidenza del Tribunale secondo la quale non si dovesse andare oltre 35 fascicoli processuali per udienza. Invece, continuiamo a verificare che sono di gran lunga superiori ai 35 sui quali c’era stata l’intesa con l’avvocatura. È evidente – considera Sarno – che per quanto ci sia sforzo e abnegazione da parte di magistrati, cancellieri e avvocati non è possibile celebrare compiutamente 40- 50 processi». Altra questione estremamente critica quella delle retribuzioni. «Assistiamo – continua Sarno – a dei riconoscimenti che non sono in linea con il rispetto della dignità professionale dell’avvocato. E bisogna incidere su questo aspetto come sui tempi biblici nell’attesa dei pagamenti delle fatture. Il ritardo di un pagamento di sei mesi o, addirittura un anno, penalizza soprattutto i giovani. Per questo, bisogna creare un sistema virtuoso, partendo dalla sburocratizzazione. E questa è una battaglia che riguarda tutta l’Italia. Noi abbiamo un socio, lo Stato, al quale versiamo gran parte dei nostri emolumenti. Pretendiamo che si muova quando chiediamo i nostri ristori nei tempi tecnici dovuti. Molti studi nella nostra provincia stanno chiudendo».(e.t.)
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