Pedopornografia, sindaco condannato 

Il Tribunale di Vallo gli ha inflitto un anno per i file trovati sul pc. Cammarano: «Rispetto la sentenza ma non la condivido»

VALLO DELLA LUCANIA. È stato condannato ad un anno (con pena sospesa) e ad un’ammenda di 2mila euro il sindaco di Rofrano, Nicola Cammarano, per detenzione di materiale pedopornografico. La sentenza di primo grado del Tribunale di Vallo della Lucania è stata pronunciata l’altro giorno.
Contrariato il primo cittadino, così commenta: «Le sentenze vanno rispettate, ma questa non la condivido assolutamente. Ancora di più dopo che il pubblico ministero aveva chiesto l’assoluzione, a seguito di una doppia perizia, la prima di parte; la seconda ordinata dallo stesso Tribunale. Quindi – precisa il primo cittadino - non ci resta che attendere le motivazioni della sentenza e prepararci per il processo in Appello».
La seconda perizia è stata depositata solo martedì scorso, a pochi giorni dalla sentenza.
Il sindaco e il suo legale, l’avvocato Vincenzo Speranza, si attendevano un’altra pronuncia, anche in considerazione del fatto che «dall’ultima perizia compiuta, è stato riscontrato che dei 7-800 file rinvenuti nel personal computer , ne sono stati aperti 10 o 12. E sono stati aperti la mattina del 19 febbraio, quella in cui venne a fare l’indagine la guardia di finanza. Tra una ispezione e l’altra – evidenzia ancorav Cammarano - è trascorsa una settimana e la loro seconda visita è giunta su appuntamento. E io in questo lasso di tempo, non solo avrei potuto far sparire i file, ma anche il computer. E non l’ho fatto. Perché quei file erano lì, ma nessuno li aveva visti, tantomeno io».
La vicenda che vede coinvolto il sindaco di Rofrano risale al 2015, quando la guardia di finanza di Vallo della Lucania arrestò il primo cittadino, dopo aver rinvenuto, durante un normale controllo fiscale, del materiale pedopornografico nel personal computer presente nel suo studio di commercialista.
In seguito, il primo cittadino fu rimesso in libertà dal gip del tribunale di Vallo della Lucania che ritenne inesistente il pericolo di fuga e di inquinamento delle prove. Cammarano si è da sempre dichiarato estraneo ai fatti fin dall’inizio. Il procedimento, con giudizio immediato, è stato inizialmente avviato a Salerno e poi trasferito presso il tribunale vallese.
Nella prossima primavera, i cittadini del piccolo Comune cilentano saranno chiamati al voto per decidere a chi affidare il governo cittadino per i prossimi cinque anni.
In base a quello che sarà il responso dei giudici della Corte di Appello, dipenderà anche la decisione di Cammarano su una sua eventuale ricandidatura alla guida dell’amministrazione comunale di Rofrano.
C’è da dire intanto che fin da subito sia la sua maggioranza che i cittadini tutti hanno espresso appoggio incondizionato al sindaco, non mettendo mai in dubbio le sue parole e la sua buona fede.
Andrea Passaro
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