Pd, slitta il termine per le candidature L’ira di Cozzolino

Regionali, settimana decisiva: primarie sempre più incerte Da Roma incarico per De Luca in cambio del dietrofront

Il premier Matteo Renzi avrà avuto sì e no un paio di giorni per godersi l’elezione del nuovo inquilino del Colle, battezzata un trionfo da Le Monde. Già da oggi, infatti, dovrà affrontare più di una grana. A partire dal caso Campania. Da un lato c’è Ercolano, con una ventina di tessere democrat in odore di camorra. Dall’altro c’è Salerno, con il sindaco sceriffo su cui pesa il macigno della legge Severino. Per ora si prende tempo. E d’emblèe la chiusura dei termini per la presentazione delle candidature, viene fatta slittare a domenica 8. Con buona pace dell’eurodeputato Andrea Cozzolino che ieri ha ruggito contro i «bizantinismi regolamentari», invitando i vertici del Pd a stoppare una farsa che va in scena da troppi giorni. Lo aveva fatto anche De Luca, al grido di primarie subito, che come Cozzolino con largo anticipo ha avviato la campagna di persuasione mediatica dell’elettorato. Ma entrambi, affannati dalla ricerca di appeal, hanno evidentemente perso di vista le partite a scacchi del Nazareno. I cui risultati potrebbero portare a risultati imprevedibili. Nei prossimi giorni il sindaco dovrà incontrare Luca Lotti, il sottosegretario che ha avuto il compito di trattare la resa. Per Renzi è un suicidio pensare di aspettare la pronuncia del Tar che solo il 19 febbraio potrebbe scagionare o inchiodare De Luca. E così, per persuaderlo della necessità di riporre nel cassetto ogni ambizione, gli avrebbe garantito un ruolo di rilievo. Prima nel partito. E poi nel governo nazionale. Magari una bella delega al Mezzogiorno, così il Pd ci guadagna pure un anti Salvini capace di contrastare le derive leghiste, con lo stesso stile folkloristicamente decisionista. Certo, sono rumors. Voci che rimbalzano nelle riunioni dell’ultim’ora, in cui ci si chiede cosa accadrà mercoledì, data presunta della firma di una resa ottimamente ricompensata. E sono rumors anche quelli relativi a un documento, gelosamente custodito dal parlamentare Fulvio Bonavitacola, teso a chiedere al premier di consentire ai filo-sindaco, di poter dire la propria sulle regionali. In cambio, la rassicurazione che la mozione Renzi (di cui tutti i firmatari sono protagonisti), risorgerà più compatta. Gennaro Migliore potrebbe non presentare le firme, mentre il socialista Marco Di Lello ha ufficializzato, almeno formalmente, la corsa. Nel mezzo c’è qualcuno che, abolendo le primarie, vorrebbe un nome forte, come quello del ministro Andrea Orlando. Per ora, la priorità, sembra quella di cancellare la data del 22. Lasciando nell’elettorato, incalza Cozzolino, «l’idea di un partito che non riesce a decidere su nulla». Tutta colpa di quegli «autentici avvelenatori di pozzi», tuona, «che con motivi del tutto inventati cercano di metterla in rissa ed impedire il voto».

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