Patto stabilità, fermi 482 milioni

I vincoli di bilancio delle amministrazioni locali paralizzano risorse e bloccano i pagamenti alle ditte

La crisi del settore dell’edilizia sconta anche il paradosso di non potere usufruire di ingenti flussi finanziari disponibili, ma non attivabili dalle Pubbliche amministrazioni per i meccanismi contabili imposti a livello europeo. Una situazione che complica ulteriormente le condizioni di disagio dell’intera filiera produttiva da tempo alle prese con le criticità legate all’assenza di liquidità.

L’ennesima conferma arriva dal report settimanale del Centro studi dell’Ance di Salerno sulla base dati elaborati dalla struttura nazionale dell’Associazione dei costruttori.

Milioni di euro non erogabili.Le risorse di cassa degli Enti locali della Campania bloccate a causa dei vincoli derivanti dal patto di stabilità interno – secondo l’elaborazione realizzata dal Centro studi dell’Ance di Salerno – ammontano a 482 milioni di euro (9,7 per cento del totale disponibile a livello nazionale).

Si tratta della somma più alta tra le regioni dell’Obiettivo convergenza. Subito dopo la Campania si collocano la Sicilia (302 milioni, 6,1 per cento del totale nazionale); la Puglia (261 milioni, 5,3 per cento ) e la Calabria (91 milioni, 1,8 per cento ).

Complessivamente le risorse ferme nelle casse degli Enti locali di tutte e quattro le regioni si attestano a un miliardo e 136 milioni di euro, pari al 22,9 per cento del totale delle risorse a livello nazionale (quattro miliardi e 950 milioni di euro).

I debiti delle Pubbliche amministrazioni. Per avere un’idea della dimensione finanziaria del problema relativo ai ritardati pagamenti delle Pubblica amministrazione – su tutto il territorio nazionale – nei confronti delle imprese edili che operano nell’ambito dei lavori pubblici, occorre considerare che il totale del debito complessivo è pari a circa 19 miliardi di euro, di cui a novembre 2013 ne risultavano pagati 6,5 (34 per cento).

A questi bisogna, inoltre, aggiungere altri 1,5 miliardi di euro (8 per cento) stanziati ma non ancora pagati, per un totale di debito residuo di 11 miliardi di euro (58 per cento).

Il patto di stabilità interno è considerato – secondo l’indagine effettuata dall’Ance su tutto il territorio nazionale – la principale causa di ritardato pagamento dei crediti vantati dalle imprese nel settore dei lavori pubblici. L’allungamento dei tempi è determinato, inoltre, da una generale inefficienza della Pubblica amministrazione e dalle difficili condizioni finanziarie degli Enti prevalentemente in considerazione del mancato trasferimento dei fondi da parte di altre Amministrazioni o della carenza di risorse di cassa.