IL FUTURO DELLE AZIENDE

Patto industria-sindacati per lo sviluppo

Il presidente degli Industriale Gallozzi ha spiegato ieri il progetto all'assemblea dei soci: "Dobbiamo rilanciare il manifatturiero"

Un patto per lo sviluppo della provincia di Salerno. Un patto «vero ed efficace», che metta allo stesso tavolo imprenditori e sindacati.A proporlo, incassando i primi contatti positivi con le organizzazioni sindacali, è il presidente di Confindustria Salerno, Agostino Gallozzi, che ieri pomeriggio ha illustrato il progetto all’assemblea dei soci.«Siamo all’ultimo appello - ha sottolineato - per tentare di uscire da una grave crisi economica».
Quindi l’appello per uno «scatto di orgoglio».«Società civile, istituzioni, politica, forze sociali e produttive sono chiamate ad una prova decisiva» ha sottolineato Gallozzi. Assicurando che «gli industriali sono pronti ad impegnarsi fianco a fianco con i sindacati e le istituzioni locali». Il patto si concentrerà su alcune priorità ritenute decisive per lo sviluppo: dalle infrastrutture al rilancio dell’industria manifatturiera, dalla prevenzione degli incidenti sul lavoro alla formazione professionale e alla collaborazione con le istituzioni per favorire percorsi di legalità.
Qualsiasi discorso di rilancio dell’economia provinciale, secondo il presidente degli industriali, deve partire dalla centralità dell’industria manifatturiera, adesso in profonda crisi. «Servizi e terziario restano anelli sostanziali della catena dello sviluppo, ma credere che la produzione di ricchezza sia delegabile solo a questi settori è un errore che purtroppo è stato più volte commesso».L’idea è che senza industria in senso stretto non si costruisca un Pil adeguato alla domanda di occupazione e di crescita socio-economica.Anche per questo Gallozzi ha avviato nei giorni scorsi contatti preliminari con i vertici sindacali salernitani. L’obiettivo è quello di arrivare a un accordo quadro per lo sviluppo della provincia di Salerno: «Vogliamo attivare percorsi concreti e condivisi - ha spiegato Gallozzi agli imprenditori riuniti nella sala di via Madonna di Fatima - Per costruire un piano di interventi che rispondano ad una visione concreta delle problematiche reali del nostro territorio». Tra le priorità c’è la stesura di un modello condiviso di prevenzione sui luoghi di lavoro, al fine di garantire standard europei di sicurezza. «La strada dell’inasprimento delle sanzioni non può essere la risposta al problema.E’ necessario incentivare un vero e proprio percorso formativo-culturale tra le imprese e tra i lavoratori». E una svolta la si chiede anche in tema di legalità.Il modello è quello della "sicurezza partecipata", che smette di delegare la materia solo alle forze dell’ordine per coinvolgere in un ruolo più attivo tanto i privati quanto gli enti pubblici.«La criminalità trova terreno fertile quando si favoriscono meccanismi economici distorti, ma anche attraverso una cattiva amministrazione della cosa pubblica».Infine i salari, sui quali fare fronte comune coi sindacati per una riduzione del carico fiscale che faccia ripartire i consumi.