Patto, Agro Invest, Mercato La concertazione è in crisi

I partiti hanno utilizzato gli strumenti territoriali per il controllo elettorale dell’area Il fallimento aumenterà la crisi dell’area nord e il rischio di perdere finanziamenti

La politica di centrodestra e centrosinistra in questi anni ha utilizzato il Patto dell’Agro, Agro Invest, Mercato ortofrutticolo e Distretto industriale Nocera-Gragnano per posizionare uomini fidati per la gestione e il controllo elettorale del territorio. Una situazione difficile che oggi ha condotto questi strumenti comprensoriali a una profonda crisi e quasi sull’orlo del fallimento.

Dopo le gestioni di Edmondo Cirielli e Stefano Caldoro, l’attuale amministrazione provinciale, guidata da Giuseppe Canfora, e di conseguenza quella regionale di Vincenzo De Luca, come fatto dai predecessori, hanno puntato tutta la loro strategia politico-elettorale sui proclami di rilancio economico di questi strumenti di concertazione. Adesso, finita la stagione del centrodestra, in caso di flop il Pd potrebbe giocarsi la faccia, infatti pende come una spada di Damocle sul futuro dell’Agro il fallimento di queste società. La mancata salvezza degli strumenti del territorio, potrebbe aumentare la crisi dell’area a nord di Salerno con la conseguente perdita della possibilità di poter intercettare i finanziamenti regionali ed europei, che potrebbero essere persi a vantaggio di altri territori della provincia e della Regione.

Per evitare il peggio, in questi mesi Canfora e De Luca, sfruttando una parte del Partito democratico di Nocera Inferiore, avevano deciso di investire in un primo momento su Agro Invest nominando amministratore unico Felice Ianniello, che sembrava dovesse essere l’uomo dello sviluppo di questo territorio, immaginando di unificare i due strumenti, Patto e Agro Invest. Successivamente c’è stato un cambio di rotta tentando di rilanciare il Patto con la nomina di Paolo De Maio (adesso dimessosi ). Una situazione difficile per i due strumenti che al momento sarebbero stati abbandonati al loro destino tanto da pensare alla loro definitiva cessazione.

Agro Invest si presenta in questa fase con 12 dipendenti e due dirigenti divisi per area amministrativa e area tecnica. Non va meglio la situazione per il Mercato ortofrutticolo di Nocera -Pagani, altro strumento comprensoriale, che martedì nell’assemblea dei soci nominerà un commissario liquidatore che dovrà gestire la fase più delicata della storia della struttura. Discorso analogo per il Distretto industriale, strumento creato per essere da interlocutore fra le aziende e i mercati sia italiani che esteri attraverso la promozione delle eccellenze dell’Agro nocerino-sarnese, come il pomodoro San Marzano, e dell’area gragnanese-stabiese, come la produzione della pasta. La società attualmente è sotto osservazione da parte della magistratura per l'affidamento di una serie di consulenze realizzate in maniere non del tutto trasparente. La fine di queste società potrebbe quindi decretare la definitiva crisi del territorio più vasto della provincia al momento non rappresentato in consiglio regionale e in Parlamento da nessun esponente del Pd, partito di governo in Campania e in Italia.

Gerardo Vicidomini

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